Il vicesindaco sull’ipotesi di un bando per la concessione della darsena traghetti e servizi: «Finirebbe l’era delle  banchine pubbliche e il porto sarebbe in mano a pochi armatori, con conseguenze negative anche su servizi e occupazione»

CIVITAVECCHIA – «Ho appreso dalla stampa le notizie relative ad importanti sviluppi che potrebbero verificarsi nel porto. Si parla di un bando per affidare ben 4 banchine pubbliche ad un unico armatore».

Lo dichiara il vicesindaco Massimiliano Grasso che interviene sulla notizia di un imminente bando della Adsp per la concessione di gran parte della darsena Traghetti. «Notizia su cui però – prosegue Grasso – il rappresentante del Comune in seno al comitato di gestione Pino Lotto ha già detto di essere all’oscuro. Dall’Authority non è arrivata ad oggi alcuna smentita. Se fosse vero si modificherebbe la peculiarità del nostro scalo, ovvero quella di avere la maggioranza delle banchine pubbliche. Ora invece, oltre al terminal container in concessione, si parla di dare all’armatore che vincerà il bando 4 banchine pubbliche, oggi utilizzate da diverse compagnie di traghetti, si parla di concedere l’articolo 18 alla Traiana che così diventerebbe terminalista per la banchina 23, mentre tutto il terminal croceristico da anni è di Rct».

Un’ipotesi che preoccupa il vicesindaco. «Non ho nulla contro Traiana, per la quale anzi nutro il massimo rispetto essendo una delle principali aziende storiche locali. Ma mi chiedo a questo punto quale sarebbe il futuro delle merci (quali altre banchine gli sarebbero dedicate) e soprattutto delle Autostrade del Mare. Di fatto – tuona Grasso – il porto sarebbe nelle mani di pochi armatori. Si tratta di un nuovo indirizzo per lo scalo che cambierebbe la prospettiva di traffici e sviluppo e avrebbe impatti anche sui servizi di interesse generale, come ad esempio sul lavoro della Pas, la società in house di Molo Vespucci che si occupa della sicurezza, ma non solo. Una decisione così importante – conclude  il vicesindaco – non può non essere concertata e condivisa preventivamente con il Comune e con gli altri soggetti istituzionali che hanno i propri rappresentanti in seno al comitato di gestione. È necessario che si apra un confronto con la città».

Fonte Civonline

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