CIVITAVECCHIA, 5 febbraio – Dopo la Tari con la storiella dei codici sbagliati dagli impiegati di banca, stavolta arrivano le ingiunzioni pazze per l’acqua, dal 2006 in poi.

Quanto continua ad accadere sotto gli occhi della giunta M5S è una vergogna assoluta, da denunciare in tutte le sedi.

La Gefil, la società che ha rilevato per pochi mesi la riscossione coattiva del Comune di Civitavecchia, dopo la chiusura di Poste e Tributi, con la scusa che quest’ultima società è ormai in liquidazione e non avrebbe trasferito i dati aggiornati al nuovo concessionario, sta inviando nuovamente e in modo del tutto indiscriminato ingiunzioni di pagamento per il servizio idrico, partendo da 13 anni fa.

Cartelle prescritte e in molti casi comunque già pagate che stanno costringendo migliaia di civitavecchiesi a rivolgersi comunque al Comune, che dovrebbe in ogni caso disporre di una banca dati aggiornata, e a spendere tempo e denaro per fare opposizione entro 60 giorni dalla notifica degli atti.

E’ una vergogna che si giochi così sulla pelle e le tasche dei cittadini, pur sapendo che quelle bollette sono in larga parte già state pagate o comunque sono inesigibili perché prescritte.

Invito le associazioni dei consumatori ad interessarsi del problema e il Sindaco e l’assessore Tuoro a risolvere la questione a monte, fermando questa azione “a strascico” perché è inammissibile che il Comune tratti così i propri cittadini, comportandosi alla stregua dei tanti truffatori che in un modo o nell’altro cercano di spillare soldi alla gente, che nel dubbio viene indotta a ripagare importi non dovuti.

Massimiliano Grasso

Capogruppo La Svolta

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