Oggi ricorre l’anniversario della morte di Giorgio Almirante, un uomo la cui vita è sempre stata al centro di varie polemiche per la sua vita passata controversa, ma di cui forse fa comodo solo raccontare in parte la sua esistenza.
Stiamo davanti ad un uomo dallo spirito e dai modi nobili, come lo era anche la sua famiglia con ascendenti appartenenti all’alta nobiltà di Napoli, soprattutto un vero patriota italiano, non solo perché è sempre rimasto a combattere per rendere la nazione migliore, ma perché si è sempre mobilitato vivendo tra una città e l’altra, per vari motivi. Nasce a Salsomaggiore Terme, ma si trasferisce per un certo periodo a Torino e successivamente si iscrive alla facoltà di lettere classiche all’Università La Sapienza di Roma, diventando poi professore e successivamente uno dei giornalisti più apprezzati durante il periodo del Ventennio.
Nato nel 1914, anno dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, morirà all’età di 74 anni nel 1988. Il suo passato fascista è sempre stato un elemento che non lo ha mai aiutato nel ricordo della sua memoria, ma ciò che non è mai stato raccontato da nessuna testata giornalistica, se non da sua moglie Assunta Almirante, che fu proprio lui a proteggere un suo amico ebreo e la sua famiglia dalla deportazione da parte dei nazisti in Germania, nascondendo questo suo amico nella foresteria del Ministero de della Cultura Popolare. Sempre secondo la versione di Donna Assunta Almirante, salvò anche altre vite di individui appartenenti alla religione ebraica.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, partecipò alla fondazione del MSI, Movimento Sociale Italiano, partito con cui verrà eletto in parlamento per quarant’anni. Sarà anche eletto segretario del partito missino nel 1948 fino al 1950.
Numerose furono le sue battaglie, come quella contro l’attuazione dell’ordinamento regionale dello Stato, la battaglia contro la riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi, la difesa dell’italianità di Trento e Trieste, l’opposizione alla nazionalizzazione dell’energia elettrica e alla riforma della scuola media.
Un episodio che sicuramente resterà nei ricordi della politica italiana è la sua leale battaglia ideologica nei confronti nel Partito Comunista Italiano guidato da Enrico Berlinguer. Nonostante questa loro competizione politica, alla morte del Segretario comunista, Almirante ebbe il coraggio di presentarsi ai suoi funerali, perché proprio dietro le loro sfide alle elezioni politiche che c’era un grande rispetto reciproco, come hanno ricordato la figlia Bianca Berlinguer, l’attuale giornalista e conduttrice, e la stessa moglie di Almirante. Oggi avverrebbe la stessa cosa con i leader politici?
Sono passati 32 anni dalla sua morte, ma il suo ricordo non si è mai spento, come non si è mai spenta la fiamma tricolore che ha caratterizzato prima il Movimento Sociale Italiano, poi Alleanza Nazionale e infine l’attuale partito di Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni.
Come fu scritto una volta in un post su Facebook, “Da Giorgio a Giorgia”, la nuova leader della destra italiana sarà in grado di portare avanti le battaglie come quella dell’attuazione del Presidenzialismo in Italia e, soprattutto, sarà in grado di portare avanti il nome di Almirante?
Di Almirante, il Giornalista di destra, Indro Montanelli disse: “Se n’è andato l’unico italiano al quale si poteva stringere la mano senza paura di sporcarsi”.
Celebre fu la frase, invece, dello stesso Almirante: “La Destra o è coraggio o non è, è libertà o non è, è nazione o non è. E vi dico qualcosa di più: l’Europa o va a destra o non si fa.”
Siamo orgogliosi di aver intitolato il nostro circolo di Civitavecchia a questo grande ed indimenticabile patriota, punto di riferimento immortale per la destra nazionale italiana ed europea. Onore al grande Giorgio Almirante!
Civitavecchia, 22 maggio 2020
IL COORDINAMENTO DEL CIRCOLO TERRITORIALE DI CIVITAVECCHIA “GIORGIO ALMIRANTE” DI FRATELLI D’ITALIA
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