“Geotermia elettrica in Tuscia: problematiche, rischi, criticità” convegno della Provincia di Viterbo

Sabato 13 gennaio 2018, presso la Sala Conferenze dell’amministrazione provinciale di Viterbo, in via Aurelio Saffi n. 39, dalle ore 9:30 alle 13:00, si terrà il convegno “Geotermia elettrica in Tuscia: problematiche, rischi, criticità”, organizzato dalla Provincia di Viterbo, con la collaborazione dell’Associazione Lago di Bolsena e con la Rete nazionale No geotermia elettrica.
Conduce Vittorio Fagioli della Rete Nazionale NOGESI. Introduce Velio Arezzini, portavoce della Rete Nazionale NOGESI, su “Le problematiche della geotermia elettrica”.
Il convegno intende essere un momento di confronto aperto a tutta la cittadinanza.
La geotermia elettrica rappresenta una fonte alternativa la cui validità tecnica è indiscutibile, suscettibile certamente di grandi sviluppi futuri.
Tra le energie rinnovabili la geotermia si candida ad essere protagonista del futuro senza fossili, ma occorre riflettere se nel territorio della Tuscia, caratterizzato da terreni geologicamente molto giovani, la fattibilità di tali impianti possa rivelarsi imprudente.
Interverranno:
-Geraldine Meyer, autrice di “Fuori luogo”, la prima guida sentimentale dedicata alla Tuscia viterbese;
-Prof. Andrea Borgia, geologo, univ. Milano, “Le tecnologia ad alta e media entalpia”
-Ing. Piero Bruni, Presidente associazione Lago di Bolsena, “Geotermia e Lago di Bolsena”
-Dr. Giuseppe Pagano, geologo, “Il termalismo in Tuscia”.
Sono state invitate a partecipare alcune autorità del territorio provinciale nonché delle Regioni Lazio ed Umbria.
Si discuterà sul tema affinché vi sia una informazione corretta e scientifica sulle eventuali problematiche, sui probabili rischi e sulle conseguenti criticità che potrebbero essere riscontrabili sul nostro territorio a seguito dell’insediamento di impianti geotermici.
Nel corso del dibattito si parlerà del possibile impatto delle installazioni della nuova tecnologia sull’impoverimento delle acque termali, del presumibile rischio sismico e del rischio potenziale di inquinamento della falda potabile e quindi delle acque dei laghi, senza contare le valutazioni sulla naturale vocazione del territorio.