Che rapporto c’è tra l’amore e la gelosia? Sono collegati o rappresentano due tipi di rapporto e legame differenti? Proviamo a ragionare su questo argomento prendendo spunto dal padre della psicoanalisi: Sigmund Freud. Egli individuò tre tipi di gelosia che, come tutte le cose e le esperienze della nostra vita, sono caratterizzati da ambivalenza. Sì, tutto risponde alla dinamica tra due opposte forze che genera movimento e trasformazione: vita-morte, luce-ombra, giorno-notte, bene-male, ecc. Così anche quando amiamo e ci sentiamo felici e soddisfatti in noi alberga un sentimento di paura o di rabbia o di sconforto. Quando siamo soli desideriamo qualcuno e quando siamo con qualcuno desideriamo la solitudine.  Allo stesso modo, quando proviamo fiducia e stima per la persona amata contemporaneamente si affaccia dentro di noi il sentimento della gelosia, il loro opposto. Come dicevo, per meglio comprendere la natura della gelosia, ci affidiamo alla classificazione freudiana. Esiste dunque:

1) La gelosia competitiva, o normale, che è essenzialmente composta da quattro fattori: 1) il dolore provocato dalla paura o dalla convinzione di aver perso l’oggetto d’amore; 2) la ferita narcisistica patita quando sembra che un altro/a venga preferito a noi; 3) l’ostilità verso il/la rivale più fortunato, vero o presunto; 4) i sensi di colpa che la persona ha quando si attribuisce la responsabilità della perdita del partner amato.

2) La gelosia proiettiva, essa si manifesta quando la persona proietta sul/la partner i propri desideri di tradimento inappagati. In tal caso la paura ossessiva dell’infedeltà dell’altro/a serve a tacitare, più o meno inconsciamente, i propri sensi di colpa verso quegli stessi impulsi che in realtà appartengono a lui.

3) La gelosia delirante, o delirio di gelosia, è la forma più pericolosa, ed è caratterizzata dalla convinzione paranoica dell’infedeltà del partner. La caratteristica del delirio è il suo essere svincolato dalla realtà, spesso del tutto privo di fondamento, ma comunque inamovibile e immodificabile anche di fronte alle più lampanti evidenze della assoluta fedeltà del partner, proprio come nell’Otello di Shakespear. Il motto del geloso in preda al delirio paranoico può essere così riassunto: “Ti odio perché di te non mi posso fidare perché sicuramente mi tradisci, però sei mia, io non posso fare a meno di te e quindi non ti consento di lasciarmi!”.

Questo tipo di gelosia è associato a disturbi gravi della personalità e alla crescente difficoltà a controllare gli impulsi distruttivi. La persona gelosa, in particolare, subisce un vero e proprio terremoto a livello del sistema affettivo sviluppando ansia, depressione, paura e rabbia e a livello del sistema cognitivo con la perdita della capacità di valutare la realtà in modo obiettivo. Il geloso paranoico non ragiona secondo il principio di realtà ma secondo il suo delirio. E l’amore? In tutto questo che c’entra? Personalmente ben poco direi, se non che è la forza contraria a questa dinamica legata all’onnipotenza dell’ego e al suo desiderio di possesso e controllo perché affamato di sicurezze. L’amore è quella forza che ci spinge a lasciarci andare, ad affidarci e a fidarci, a donarci senza ricompense, ci muove all’umiltà, alla tenerezza e alla dolcezza. L’amore non è né arrogante né violento, l’amore è comprensione e gioia, ma soprattutto è intelligente e ci infonde coraggio e senso del nostro esistere. Quando ci innamoriamo siamo in bilico tra i bisogni narcisistici del nostro ego che ci muovono alla gelosia e l’amore che ci spinge a superare noi stessi per lanciarci con coraggio e fiducia verso l’abbandono all’altro. Per gestire con ragione, maturità e saggezza queste forze opposte che abitano dentro di noi abbiamo bisogno di tanta consapevolezza e introspezione in modo da muoverci come un funambolo che trova l’equilibrio ad ogni passo e giunge sicuro dall’altra parte della fune.

www.alessandrospampinato.com

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