da Civonline:

Il sindacato accende i riflettori sulla questione della clausola sociale: a rischio 50 posti di lavoro.

 

È allarme attorno alla gara del servizio di Rimorchio in corso nel porto di Civitavecchia, dove oltre alla partecipazione dell’attuale fornitore del servizio, avrebbero partecipato due realtà riconducibili direttamente ai primi due armatori al mondo: Maersk e Msc.

Ad esprimere preoccupazione è la Filt Cgil, innanzitutto per gli effetti in termini concorrenziali che avrebbe il principale scalo del Lazio nel caso di assegnazione del servizio di rimorchio ad uno dei principali utilizzatori di questo servizio. “Al porto di Gioia Tauro chi gestisce il terminal container svolge anche il servizio di rimorchio – spiegano dal sindacato – ci domandiamo da tempo se questo non generi un conflitto di interesse ed un distorsione della concorrenza, con possibili profili di abuso di posizione dominante e l’istaurazione di un monopolio. Replicare queste situazioni di integrazione verticale ed orizzontale oltre che alle operazioni portuali anche per i servizi tecnico nautici dovrebbe essere oggetto di attenzioni delle Istituzioni che regolano il sistema portuale nazionale.
Oggi però ad attirare la nostra attenzione ed a generare un forte stato di preoccupazione è purtroppo altro: l’Autorità Marittima ha introdotto una clausola sociale che invece di tutelare la continuità occupazionale, nella sostanza, la esclude. Non è questa la sede per dissertare sui tecnicismi giuridici o sulle formule di solito usate per tutelare i lavoratori, ma una disattenzione al fattore lavoro di questa natura non ce l’aspettavamo. Sembrerebbe, inoltre, che a domanda esplicita di uno dei partecipanti circa l’obbligo del mantenimento del personale sia stato risposto che tale obbligo non sussiste. In sostanza, circa 50 persone, altamente formate e performanti, corrono il rischio di rimanere disoccupati, buttando letteralmente a mare 20 anni di duro lavoro, il nostro porto non è nelle condizioni di assorbire esuberi e soprattutto non si può permettere di perdere importanti professionalità maturate localmente.
Laddove ci fosse una continuità occupazionale, vista la modalità con cui è stata costruita la gara, dove a nostro avviso, molto verrà deciso nell’offerta economica dal costo del lavoro – hanno evidenziato dalla Filt Cgil – il rischio di azzeramento della contrattazione di secondo livello è alto. In sintesi, nella migliore delle ipotesi si ripartirebbe dal minimo sindacale, nella peggiore si tornerebbe ad iscriversi nelle liste di disoccupazione. Tutto ciò, ovviamente, non può assolutamente essere tollerato e pertanto, come Filt Cgil del territorio, siamo pronti a mettere in atto le necessarie iniziative – hanno concluso – nel rispetto delle normative vigenti, a tutela della continuità occupazionale e salariale”.

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