Fratture vertebrali (3^ parte)

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Fratture del rachide cervicale

Rachide cervicale alto

Esistono varie tipologie di frattura del rachide cervicale alto:

  • Dissociazione o instabilità occipito-cervicale: la mortalità da lussazione della testa sul collo è molto elevata e i pochi sopravvisuti è probabile che abbiano deficit di nervi cranici, midollo allungato, giunzione spino-midollare e midollo spinale cervicale superiore; durante la lussazione si può anche verificare la lesione delle arterie vertebrali.
  • Frattura da condili occipitali: si verifica per compressione assiale. In caso di lesioni stabili, il trattamento è conservativo mentre in caso di lesioni instabili si effettua una artrodesi occipito-cervicale.
  • Frattura dell’atlante: si verifica più spesso in occasione di incidenti stradali, a seguito di sollecitazioni assiali sul rachide cervicale
  • Fratture del dente dell’epistrofeo: rappresentano circa il 20% di tutte le fratture cervicali e vengono di solito distinte in tre tipologie. La frattura di tipo 1 consiste in lesioni dell’apice del dente, quelle di tipo 2 si verificano alla giunzione del dente con il corpo dell’epistrofeo e quelle di tipo 3 si estendono nel contesto del corpo.
  • Frattura dell’impiccato: è la frattura dell’arco neurale posteriore dell’epistrofeo, con tendenza a diastasi tra i frammenti

Rachide cervicale basso

Sulla base del meccanismo lesionale si distinguono quattro tipologie di fratture:

  • Fratture in flessione-compressione: Comprendono lesioni che vanno da piccole compressioni di un piatto vertebrale fino a compromissioni severe del corpo vertebrale e danno delle strutture legamentose posteriori, con eventuale presenza di frammenti che possono dislocarsi posteriormente nel canale cervicale.
  • Fratture da scoppio: Sono causate da un grave carico assiale da compressione, i livelli più comunemente colpiti sono da C4 a C7.
  • Fratture-lussazioni dei massicci articolari: Rappresentano un ampio spettro di patologie che vanno dalla lussazione pura alla frattura delle faccette o dei massici laterali, con un grado variabile di lesione delle strutture legamentose posteriori.
  • Fratture in iperestensione: Sono molto frequenti nella popolazione anziana e possono associarsi a lesioni midollari per conflitto con il canale spinale stenotico.

Fratture del rachide toraco-lombare:

Analogamente a quanto succede con le fratture del rachide cervicale, anche per il tratto toraco-lombare si identificano diverse tipologie di frattura:

  • Fratture in compressione: La maggior parte delle lesioni si verifica fra D11 e D12, Questa tipologia di frattura è prevalente nella popolazione anziana e di solito è stabile grazie all’integrità del complesso osteo-legamentoso posteriore.
  • Fratture da scoppio: Si verificano per un’applicazione assiale delle fore che porta ad un crollo della colonna anteriore e media con rottura del piatto vertebrale e penetrazione di materiale discale nel corpo vertebrale. Il trattamento è guidato da una valutazione dell’angolazione della cifosi al sito di frattura, dal grado di stenosi del canale per frammenti ossei retropulsi e dallo stato neurologico del paziente.

Fratture in flessione-estensione: Si hanno deficit della colonna posteriore e media per distrazione segmentaria, mentre la colonna anteriore viene lesionata o in distrazione o in compressione. Quando queste lesioni si estendono interamente attraverso gli elementi ossei posteriori e nel corpo vertebrale, senza coinvolgimento del disco, la prognosi per la guarigione ossea è buona con un trattamento conservativo.

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