I precendenti sono negativi. Le tre farmacie comunali sono in liquidazione ed hanno accumulato oltre 1 milione di euro di deficit.
Lo stesso liquidatore le considera di valore quasi nullo, tanto da non tentare almeno una vendita di una delle tre. CSP farà meglio?
Torniamo a parlare della “farmacia della Stazione” e della facilità di credito che Civitavecchia Servizi Pubblici (la nuova Partecipata del Comune) ha avuto dalla propria casa Madre: intanto visto che parliamo di ben 200.000 euro “anticipati”
ad una società che potrà esistere solo se le vecchie partecipate (HCS, Città Pulita ed Ippocrate) e che, a nostro avviso, sono
ad altissimo rischio “perdita” in quanto il futuro della Civitavecchia Servizi è strettamente legato alla fine (buona) delle vecchie società e quindi parliamo del concordato da superare ed altro ancora. Poi per entrare nel merito del core business delle farmacie ci sembra che l’esperienza in qui avuta dalla Amministrazione comunale nel settore sia quanto meno disastrosa
visto che Ippocrate, la partecipata del settore, ha un bilancio negativo di oltre un milione di euro (che diventano 1.400.000
se calcoliamo i mancati ricavi) con fornitori che si rifiutano di fare altro credito ad Ippocrate e con tanto e forse troppo personale che incide sul bilancio aziendale. E che dire sul “valore” commerciale delle stesse farmacie comunale (sono 3 più la
succursale di Aurelia), ritenuto dalla stesso liquidatore “marginale” tanto da neanche prendere in considerazione l’opportunità
di cederne magari una ad un privato. Ed in tutto questo, deficit, liquidatore, settore in crisi, la nostra Amministrazione presta così allegramente solo 200.000 euro alla per il momento “scatola vuota” Civitavecchia Servizi per aprire un’altra farmacia comunale. Sarà l’affare del secolo? Chissà.
Esaminiamo la situazione attuale e la normativa vigente. La famosa legge Monti permette alle istituzioni pubbliche soprattutto
i comuni di aprire le farmacie nelle stazioni ferroviarie, stazioni marittime e supermercati che abbiano una superficie di vendita di almeno 10.000 metri quadri, con il rapporto di 1 a 20: come tutte le leggi italiane non si è mai ben capito se fosse un rapporto 1 a 20 tra farmacie del comune o della regione; quindi diciamo che ci siamo con le leggi che prevedono la doppia interpretazioni. Ora a Civitavecchia ce ne sono 15, con questa virtualmente 16 : ci sono le due che hanno fatto un concorso (regolarmente vinto) e che a breve, ottenute le autorizzazione regionali apriranno in città: una i zona cappuccini (vicino Carabetta) e l’altra in zona Frascatana, il tutto entro un mese circa.
Torniamo alla ferrovia: dove sta questa grande necessità di aprire questa nuova farmacia, peraltro con locali in affitto e con le Ferrovie che certo non regaleranno nulla sul costo dell’affitto, anzi si parlava anche di partecipazione agli utili? E poi vogliamo
alla tanta decantata trasparenza a 5 Stelle? Anticipazioni in denaro senza troppe garanzie, assunzioni che bypassano le attuali
graduatorie, e tutto il vecchio (Ippocrate) abbandonato ad un ipotetico concordato che se non accettato porterà al fallimento.
Niente male!

 

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