” ‘A Civitavecchia la lotta alla corruzione è iniziata nel giugno del 2014’. Sono parole gravi quelle pronunciate dal sindaco Cozzolino. Gravi e bugiarde.
Civitavecchia nella sua storia ha avuto amministratori onesti, mai nessuno di loro è stato investito da provvedimenti giudiziari o, se lo è stato (e mai per corruzione), ne è uscito con proscioglimento pieno.
Parlare così non è dignitoso, gettare discredito sui predecessori è tipico degli incapaci che cercano di coprire la propria inadeguatezza accusando senza prove chi li ha preceduti.
Voglio esprimere la mia indignazione di cittadino e di ex sindaco che ha vissuto una fase importante della vita della città e che insieme ad altri ha operato con assoluta trasparenza per il suo sviluppo.
Cozzolino vuole azzerare la memoria. E lo fa profittando di un clima a cui gli amministratori della città non hanno mai partecipato e utilizzando il negativo che la politica in questi ultimi anni ha espresso e che ha suscitato tante legittime reazioni nell’opinione pubblica.
Ma la politica non si identifica con i corrotti e nella città mai si è identificata in loro.
Cercare di azzerare la memoria è una operazione che dovrebbe trovare l’ostilità innanzitutto di chi amministra, perché è così che si contribuisce a quel processo di dissoluzione dei valori essenziali di una comunità.
Disconoscere la continuità dei processi, delle idee, dei protagonisti, è il peggior servizio che si può rendere ad una città.
E’ proprio nell’idea di comunità che Civitavecchia sta fallendo ed è in questo che si trovano i germi della dissoluzione, del disamore per la cosa pubblica, dell’assenza di rispetto dei beni comuni, del degrado che ci sta sommergendo.
Se dovessi indicare il primo obiettivo da perseguire, insieme al lavoro e al decoro della città, porrei proprio l’idea della comunità, perché da essa discendono valori, cultura e solidarietà. E strettamente legato a questa idea c’è il rispetto per chi ha operato nei vari segmenti della società e delle istituzioni.
Come si può parlare in termini così sprezzanti della nostra storia, una storia fatta di personaggi come Renato Pucci, Archilde Izzi, Giovanni Massarelli, Pietro Guglielmini, Ennio Piroli, per citare solo i nomi dei sindaci purtroppo scomparsi? Chi di loro si è arricchito? Chi di loro è stato coinvolto in fenomeni di corruzione?
Difenderne la memoria è un patrimonio della città. Questo “nuovismo” d’accatto non giova a nessuno ed è la più evidente manifestazione di inadeguatezza e di assenza di lealtà e correttezza.
Questa è una città di solide tradizioni e un sindaco dovrebbe tutelarle. Se non lo fa non parli di onestà e trasparenza”.
Lo ha dichiarato Fabrizio Barbaranelli.

 

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