(continua dall’edizione precedente)

Diagnostica strumentale

La diagnostica strumentale è fondamentale per la diagnosi delle ernie. Gli esami devono essere eseguiti solo in presenza di segni e sintomi rilevati clinicamente. Il gold standard è rappresentato dalla radiografia, effettuata su due proiezioni (antero-posteriore e laterale) e consente di valutare la presenza e l’entità delle alterazioni degenerative, nonché l’atteggiamento del rachide cervicale. L’esecuzione delle due proiezioni oblique permette lo studio dei forami di coniugazione, per ricercare un loro possibile restringimento da parte degli osteofiti delle articolazioni unco-vertebrali. Le proiezioni laterali in condizioni dinamiche, e dunque eseguite in massima flessione e in massima estensione, servono per valutare la biomeccanica del rachide cervicale, individuando possibili instabilità segmentarie.

Qualora si dovessero osservare quadri di radiculopatie o mielopatie, l’esame da seguire è la risonanza magnetica. La risonanza serve a identificare e definire con precisione la sede e la natura della compressione, inoltre si hanno osservazioni importanti anche a livello del midollo. La diagnostica strumentale è completata da:

  • Elettromiografia (EMG): E’ un esame utile per la diagnosi differenziale con le neuropatie periferiche, oltre che per definire l’entità del danno articolare.
  • Potenziali evocati somato-sensoriali (PESS): Si esegue in caso di sospetta mieolopatia.

Terapia

La terapia delle ernie discali cervicali prevede trattamenti sia conservativi che chirurgici. In presenza di cervicalgia si ricorre a terapia farmacologica con antiinfiammatori e miorilassanti, e un adeguato programma fisiokinesiterapico per migliorare l’articolarità del rachide e il controllo posturale. Le contratture muscolari vengono trattate tramite l’applicazione di calore e massoterapia. Un quadro di cervicobrachialgia viene trattata con somministrazioni di cortisoni a dosi elevate in fase iniziale per poi ridurle in modo graduale nel giro di pochi giorni. Possono essere associati farmaci analgesici per il controllo del dolore. Si può applicare anche un collare cervicale morbido per tutelare il rachide cervicale in fase dolorosa acuta.

Il trattamento chirurgico è indicato nei seguenti casi:

  • Fallimento della terapia conservativa di una cervicobrachialgia, con persistenza dei sintomi per almeno 3 mesi
  • Deficit neurologico progressivo
  • Presenza di mielopatia

Gli interventi possono essere eseguiti con accesso chirurgico anteriore:

  • Discectomia con artrodesi anteriore
  • La somatectomia, singola o multipla, con artrodesi anteriore.

Gli interventi per via posteriore sono:

  • Laminoplastica
  • Laminectomia, preferibilmente unilaterale per evitare l’insorgenza di instabilità

(continua nella prossima edizione)

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