Sono diversi i cambiamenti effettuati in materia di prescrizione delle cartelle, rateazioni e fermo amministrativo.
La Legge di Stabilità ha introdotto una serie di novità in tema di riscossione. La nuova Equitalia 2016 comporta diversi cambiamenti in tema di prescrizione delle cartelle, rateazioni, fermo amministrativo, pignoramenti e spese di riscossione.
Equitalia 2016: i termini di prescrizione
Non tutte le cartelle di Equitalia si prescrivono in 10 anni ma, per alcune, esiste una scadenza di 5 anni.
Ecco dove:
• contributi INPS e INAIL a partire dal 1° gennaio 2016;
• contributi relativi alla gestione separata;
• imposte locali (ad esempio TASI, TARI e IMU);
• multe stradali;
• sanzioni per omesso o ritardato versamento di contributi e altre sanzioni.
La classica prescrizione sale a 10 anni invece per:
• IRPEF;
• imposta di registro;
• IVA;
• canone RAI
E per quanto riguarda il bollo auto?
Le cartelle relative al bollo auto, invece, vanno in prescrizione dopo 3 anni. Ricorda sempre che parte dalla data di notifica della cartella ma, se Equitalia ha sollecitato il pagamento con comunicazioni successive, la prescrizione ripartirà dalla data di quest’ultime.
Infine attenzione all’opposizione. Se ti opponi ad una cartella con prescrizione quinquennale e poi perdi, quest’utlima passa da 5 a 10 anni.
Cartelle esattoriali: addio alla carte
Se fino a ieri la visione del temuto Codice 670 era motivo di tensione, da quest’anno non sarà più così.
Equitalia infatti sta dismettendo la classica notifica via posta per adattarsi allo standard digitale della posta elettronica certificata. Questo cambiamento andrà a “colpire” le persone fisiche che ne hanno fatto richiesta e le ditte in via obbligatoria. Se la casella non dovesse funzionare sono previsti ulteriori invii arrivando, infine, al deposito dell’atto in Camera di Commercio.
Equitalia 2016: riattivazione delle rate scadute
La Legge di Stabilità ha introdotto una sorta di salvaguardia per i contribuenti che hanno vecchi piani rateali decaduti. I soggetti che a partire dal 15 ottobre 2012 hanno visto decadere vecchi piani rateali a causa del mancato pagamento delle rate, possono riprendere a pagare, ma devono attivarsi entro e non oltre il 31 maggio 2016. Una volta pagata la prima rata, la ricevuta dovrà essere spedita ad Equitalia che comunicherà la nuova rateazione inviando il piano al soggetto debitore. Le nuove rate ottenute saranno al massimo 72, e la decadenza del piano arriverà alla seconda rata non pagata.
Fermo amministrativo auto
A partire dal 22 ottobre 2015 la rateizzazione non è più condizione suficiente alla rimozione delle cosiddette
“ganasce fiscali”. Fino a quella data, infatti, il fermo amministrativo si poteva bloccare ottenendo una dilazione e pagando la prima rata. Oggi invece occorre aver pagato fino all’ultima rata per liberare il mezzo, ci sono soltanto due eccezioni: è sufficiente il pagamento della prima rata se il veicolo è strumentale all’attività dell’impresa o del
professionista; la dilazione è stata ottenuta prima che il fermo diventasse esecutivo.
Attenzione! Se si circola con un mezzo colpito da fermo amministrativo, si rischia una multa che va dai 1.988 ai 7.953 euro.
(fonte www.6sicuro.it)

 

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