Viviamo tempi frenetici, veloci e pieni di impegni. Trovare il tempo per rilassarsi e riflettere è un’impresa non da poco. Anche le festività, che sono alle porte, non sono quasi mai giorni felici e di quiete. Pranzi, cene, parenti, la corsa ai regali, tutto concorre a stressarci anche quando non siamo immersi nei ritmi del lavoro. Tutti si aspettano qualcosa: “a Natale mi riposerò, potrò fare finalmente come mi pare per una settimana, non voglio fare niente….”, e, invece, saranno giorni di organizzazioni, di incontri, di spese, di auguri, di visite e convenevoli vari secondo le abitudini di sempre chiamate “tradizioni”.
Abbiamo la testa piena di queste tradizioni che, come al solito, portiamo avanti perché tutti lo fanno e si aspettano qualcosa. Come ogni buon schema mentale che condiziona la nostra vita il Natale si fonda sulla paura e sul senso di colpa. Come si può festeggiare il Natale senza fare regali, senza organizzare cene e pranzi con tutti i parenti e organizzare tombolate e giocate a carte fino a notte tarda? Non sarebbe Natale e tutti si offenderebbero! Paura del giudizio e senso di colpa. E così ci si ritrova nel periodo più stressante dell’anno, dopo mesi di frenetico lavoro ecco l’incubo delle feste dove ci si stressa il doppio e dove spesso si litiga e ci si offende con tutti.
Proviamo a riflettere su dei principi logici e razionali. Tutto in natura cambia e si trasforma ogni istante. La vita procede in avanti modificando se stessa. Restare ancorati a degli schemi ripetitivi, anche se ammantati di promesse di bellezza, è un errore logico. Domandiamoci perché dobbiamo fare per forza sempre le stesse cose! Inoltre pensiamo al fatto che tutti si aspettano qualcosa e che questo qualcosa viene sistematicamente disatteso dall’abitudine. Se desideriamo riposo, quiete, pace, novità, magari un viaggio, perché alla fine, invece, ci ritroviamo seduti al tavolo ad ingozzarci di cibo con i regali sotto l’albero addobbato? Perché ci ritroviamo in un posto quando, invece, vorremmo essere da tutt’altra parte? La paura del giudizio e di deludere e il senso di colpa di lasciare la famiglia ci guidano a non ascoltare ciò di cui abbiamo veramente bisogno e ci costringono a partecipare al solito rituale di sempre che mal sopportiamo e che aggiunge stress e frustrazione a quello che già abbiamo a causa del nostro stile di vita.
Proviamo a ricordarci che le opinioni degli altri e le abitudini non definiscono la realtà, ma ne costruiscono una illusoria e contro natura. Ogni volta che cediamo al ricatto affettivo compartecipiamo a mantenere in piedi l’illusione e il teatrino, anche se dietro le quinte ci si disprezza, si nutrono belve feroci come l’odio e la vendetta, si tramano strategie di fuga.
Tutto accade per una ragione, che sia una benedizione o una lezione da apprendere. Ogni anno ci troviamo di fronte alla solita scelta: “ascolto i miei bisogni e mi organizzo le festività in modo originale e autonomo o rinuncio anche quest’anno alla ricerca della mia felicità per salire sul palcoscenico dei soliti buoni sentimenti di facciata per covare rabbia, frustrazione e stress?
So di persone che stanno già facendo la spesa per la cena e il pranzo di Natale congelando chili di cibo per paura di non trovare più nulla e so di altri che stanno già facendo i regali per il 24!!! Ricordiamoci che siamo persone dotate di intelligenza, che siamo donne e uomini liberi e che possiamo scegliere in ogni momento che direzione dare alla nostra vita. Proviamo a formulare un pensiero nuovo e originale, proviamo ad ascoltare i nostri bisogni e a trovare il coraggio di spezzare le catene del ricatto affettivo e dare un senso nuovo al nostro Natale. Ricordiamoci, altresì, che nella vita si raccoglie ciò che si semina, siamo responsabili di ciò che ci accade e la realtà, vera o illusoria, con cui abbiamo a che fare è lo specchio di ciò che siamo e che facciamo.

www.alessandrospampinato.com

 

 

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