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L’uomo libero è affamato di vita, è curioso e accoglie le novità, le opportunità e il prossimo con entusiasmo perché è nelle scoperte e nei cambiamenti che ci si conosce, ci si mette alla prova, si evolve e ci si arricchisce. Le convenzioni sociali, la morale bigotta, le aspettative di chi con arroganza afferma di sapere ciò che è giusto per noi, le certezze scientifiche altro non sono che vincoli e legacci per la coscienza e per il cuore. Quello che si sa è solo un punto di vista e non è assolutamente detto che un punto di vista sia vero e un altro falso, anche se ad affermarlo sono i capi politici e religiosi del mondo. Così anche nella patologia psichica, nelle nevrosi, nelle fobie ecc. ci sono false certezze che rendono le persone schiave del disturbo e un uomo schiavo ha paura, vive nel terrore e cerca di sopravvivere evitando la fine o il dolore. Invece i sintomi sono una ricchezza, in loro c’è un profondo significato che va esplorato, conosciuto, accolto e consapevolizzato. Nascosta nelle profondità del disturbo c’è l’uscita dalla “caverna di Platone” verso la luce e ricchi pascoli. Non è detto che quello che pensiamo di volere nella nostra vita sia veramente ciò che vogliamo. L’educazione e la cultura ci condizionano sin da quando siamo piccoli e le nostre inquietudini e i nostri conflitti interiori e relazionali ci segnalano proprio questo. Troviamo il coraggio, giorno per giorno, di lasciare il nostro mondo ordinario e le nostre radici per avventurarci nel meraviglioso viaggio della vita con l’atteggiamento di un bambino che si meraviglia di tutto perché è la prima volta che fa esperienza di ogni cosa. Un’altra mentalità è possibile come lo è un altro mondo con un altro stile di vita. Le certezze della nostra cultura hanno portato le persone ad avere paura del cambiamento e allo stesso tempo ad avere paura che tutto rimanga fermo e invariato così com’è. Le certezze bloccano lo sviluppo e ci rendono dipendenti e insicuri. Concludo questa riflessione con le frasi di due grandi pensatori che sostengono questo punto di vista: Socrate: “io so di non sapere, l’ignoranza alla base della vera conoscenza”; Cartesio: “il dubbio è l’inizio della conoscenza”.

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