Il PD esprime preoccupazione e sconcerto verso la dichiarazione resa da Emanuela Mari.

CIVITAVECCHIA – Il M5S: «Oggi in Conferenza dei Capigruppo abbiamo chiesto le dimissioni della Mari come Presidente del Consiglio, incarico retribuito, e di farsi eleggere dai suoi come vicepresidente del Consiglio, incarico non retribuito. In questo modo la Mari realizzerebbe il suo personale obiettivo di restare al comune di Civitavecchia per governare il Consiglio comunale in attesa dell’elezione di un nuovo presidente, ma a costo zero per i cittadini. Costo zero relativo perché in settimana la consigliera Mari riceverà la proclamazione a Consigliere regionale, incarico ampiamente retribuito sempre con fondi pubblici. Dopo quattro anni di lotte interne per accaparrarsi la poltrona il nostro auspicio è che un gesto di altruismo verso la città possa finalmente manifestarsi».
Il PD: «La Presidente del Consiglio Comunale, eletta in Consiglio Regionale, ha pubblicamente affermato di voler mantenere entrambi gli incarichi. Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico esprime preoccupazione e sconcerto verso la dichiarazione resa da Emanuela Mari perché una tale decisione presenta, oltre a considerazioni di natura etica, anche precisi risvolti istituzionali. Infatti, la Presidente del Consiglio Comunale, che svolge un compito di garanzia, dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per l’intero organismo. Ne deriva che, considerata la necessaria presenza ed assiduità all’interno del Consiglio Comunale, non ci si possa affidare ad una persona che svolge anche altri incarichi, peraltro sostanziali per la nostra comunità e, per inciso, lautamente retribuiti. Per questo motivo, principalmente, chiediamo alla neo Consigliera Regionale di ripensare il proprio orientamento. Ribadiamo l’importanza di una maggiore chiarezza ed onestà intellettuale verso i cittadini e soprattutto verso tutti quelli che, come noi eletti a Civitavecchia, hanno il dovere di difendere l’interesse generale della comunità. Inoltre, mantenere questa scelta, divulgherebbe l’immagine esecrabile di bulimia da potere e farebbe pensare ad un accordo, in complicità con il Sindaco, al fine di evitare contraccolpi sulla tenuta della amministrazione locale. Tutto ciò è inaccettabile perché significherebbe subordinare gli interessi generali del territorio, sia in ambito comunale che regionale, a calcoli di bottega. Noi, del Partito Democratico, crediamo che la gestione degli incarichi istituzionali debba basarsi sulla regola non scritta della lealtà istituzionale. Un comportamento nei confronti dell’amministrazione pubblica che dovrebbe essere corretto e responsabile, soprattutto in un momento storico così delicato».
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