Il contenuto del comunicato stampa del Comune sull’assemblea di Csp lascia interdetti, per la superficialità con cui – in una fase tanto critica e delicata per la stessa sopravvivenza aziendale – si mandano certi messaggi all’esterno, in primis ai creditori, ma agli stessi dipendenti e a chiunque abbia interesse rispetto alle sorti di Csp. Peraltro, dopo aver in realtà verbalizzato in assemblea l’unica scelta possibile: ossia quella di convocare entro fine gennaio l’assemblea dinanzi al notaio per procedere con la ricapitalizzazione.

L’unica spiegazione possibile è che pur di non dire di aver proceduto come da sempre sostenuto dal sottoscritto, si sia voluta dare una comunicazione diversa. Se fosse così, la cosa si commenterebbe da sola, soprattutto alla luce dei rischi a cui si stanno esponendo la società e gli stessi amministratori (aziendali e comunali) lasciando intendere di non aver ancora deciso cosa fare.

Il Sindaco esibisce pareri (peraltro inapplicabili al caso specifico di Csp, che ha già approvato e certificato una perdita al 2019 che ha ridotto in negativo il capitale sociale, non sussistendo più già da allora la continuità aziendale) e si meraviglia del fatto che sia stata seguita “solo” la strada dell’immediata ricapitalizzazione.

Io mi meraviglio di come oggi si possano affermare certe cose: innanzitutto, al di là del fatto che ci si trovi di fronte ad una società che allo stato attuale sarebbe da sciogliere secondo il codice civile (ma queste sono valutazioni che competono agli amministratori e all’organo di controllo della società), non capisco come non si comprenda o si faccia finta di non comprendere che il tema è un altro e si riduce tutto ad una semplice domanda: si vuole salvare o far fallire Csp?

Se la si vuole salvare, così come mi è sempre stato detto dal Sindaco e dalla maggioranza, arrivando alla delibera 78, non ha alcun senso perdere altro tempo o disquisire su presunte strade alternative, come accordi di ristrutturazione del debito, concordati o altri strumenti oggi irriproponibili dopo il bagno di sangue di Hcs, Civitavecchia Infrastrutture e le altre Sot.

Anche solo parlare di queste ipotesi significa o non rendersi conto delle conseguenze che possono derivarne per Csp, fintanto che la ricapitalizzazione non è completata, oppure cercare a tutti i costi il modo per far saltare tutto.

Anche il finanziamento bancario introdotto ad arte dall’emendamento Perello e da chi lo ha ispirato, è sempre stato un falso problema. Il finanziamento serve per garantire una migliore gestione finanziaria dell’azienda, non la sua sopravvivenza: per quella bastano i nuovi contratti di servizio che devono essere subito sottoscritti e avviati. Tutto il resto sono chiacchiere di chi non vuole raggiungere l’obiettivo.

E soprattutto continuare a perdere tempo o parlare di scenari alternativi alla ricapitalizzazione, significa, per il Sindaco, contravvenire all’indirizzo dell’organo sovrano, il Consiglio Comunale, che ha deliberato di ripianare le perdite di Csp e ricostituirne il capitale sociale conferendo beni immobili, automezzi e denaro (i 500.000 euro già stanziati nel bilancio del Comune).

Ciò che proprio risulta incomprensibile è perché il Sindaco, che è persona attenta e scrupolosa, si presti ad un gioco così pericoloso, del cui esito lui stesso – in caso di possibile fallimento della società – diventerebbe responsabile.

Ma anche questo fa parte degli interrogativi ancora senza risposta che riguardano l’attuale fase politica cittadina, iniziata proprio con il tentativo di affossare la delibera di salvataggio della Csp, e culminata con l’estromissione del sottoscritto, di Fratelli d’Italia e della Svolta dall’amministrazione e dalla maggioranza.

Massimiliano Grasso

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