Dopo aver messo in tasca la ricapitalizzazione milionaria, i vertici ripartono subito con la minaccia per 58 dipendenti. Arriva però l’altolà del Comune: “Verificare attentamente la richiesta”.

Pace? Almeno tregua?

Macché: incassata la milionaria ricapitalizzazione ad opera del Comune, da Civitavecchia Servizi Pubblici è ripartita subito la canizza: e per far quadrare i conti, i manager hanno presto trovato la “ricetta” giusta… mettere in cassa integrazione quasi sessanta dipendenti!

Forse ce l’avevano già pronta in frigo? Chissà…

Fatto sta che a Palazzo del Pincio sono letteralmente balzati sulla sedia.

Il socio unico ha scritto ai vertici della società invitandoli a valutare bene la proposta. “Occorre verificare attentamente la sussistenza dei presupposti e delle condizioni normative”, alla luce della volontà manifestata dalla società municipalizzata di attivare la cassa integrazione, che per la cronaca investirebbe (nel senso più drammatico della parola) 58 unità su 351, ossia per i dipendenti del settore amministrativo.

Gli stessi sindacati sembrano spalleggiare lo stop che il Comune ha intimato a Csp con una lettera in cui ha invitato il consiglio d’amministrazione, ha scritto il vicesindaco con delega alle partecipate Massimiliano Grasso “a verificare attentamente la sussistenza dei presupposti e della condizioni normative per la richiesta della cassa integrazione”.

Certo, non sfuggirà poi che ad occhi più attenti basterebbe soffermarsi su tre soli dipendenti di tutta la municipalizzata per scoprire che costano a spanne mezzo milione di euro all’anno. Visto che sono pure gli stessi che stanno da qualche lustro al timone di una nave che imbarca acqua, potrebbe enire qualche idea buona per risparmiare soldi, migliorare i servizi e assicurare futuro all’azienda.

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