Seguo con attenzione il dibattito sulla società che sono stato, pochi giorni fa, chiamato ad amministrare.
Registro spunti interessanti provenienti da più parti, che terrò nella massima considerazione.
Devo registrare, però mio malgrado, anche interventi fuori luogo caratterizzati da una profonda ignoranza della materia. Ecco: di questo Civitavecchia ed i Civitavecchiesi non hanno più bisogno.
Sono aperto al contributo ed alle proposte di tutti, ma se sento dire che la Legge Fallimentare permette di non pagare 900.000 Euro di debiti ad un soggetto fallito, e che esiste “una Sentenza” in cui è scritto questo … allora non ci sto più e devo chiedere: quale è l’articolo della Legge Fallimentare che prevede questa cosa ??? quale è la “Sentenza” (o meglio, il provvedimento) che sosterrebbe questa bestialità ???
La risposta presumo di conoscerla ma sono pronto ad essere smentito.
In realtà, infatti, la Legge Fallimentare non prevede né potrebbe mai prevedere che i debiti siano “abbonati” a seguito del fallimento del creditore.

E’ una bestemmia giuridica e, da Avvocato come sono, non posso neppure sentirla.
La “Sentenza” del Fallimento di Civitavecchia Infrastrutture, poi, non tratta minimamente questo argomento. Ma andiamo con Ordine.
La “Sentenza” – di cui alcuni esponenti politici parlano – è in realtà una ordinanza del Giudice Fallimentare intervenuta nelle more del procedimento di indizione dell’asta per la vendita dei cespiti della fallita, Civitavecchia Infrastrutture.

Il Giudice ha tenuto esclusivamente a precisare che le condotte idriche evidentemente non possono essere vendute all’asta e vanno retrocesse alla Autorità pubblica.

Tutto qui.
Da dove sia nata la convinzione che, siccome il cespite deve essere retrocesso all’Ente Pubblico, il debito scompare, questo è un vero mistero.

Un qualsiasi giurista alle prime armi, potrebbe precisare che, dalla retrocessione in poi, il debito non maturerà più a favore della Civitavecchia Infrastrutture ma a favore del nuovo proprietario, Comune di Civitavecchia.
Ma sostenere che un debito si dissolve perché il creditore è fallito … per favore.
Tanto più che tutte le evidenze documentali, che gli amministratori dell’epoca conoscevano perfettamente, smentiscono questa infondata quanto bislacca teoria.

Il Curatore fallimentare della Civitavecchia Infrastrutture ha ripetutamente richiesto i canoni in questione al precedente CdA, ma questi hanno fatto finta di non capire, tanto da togliere tale somma dalla bozza di bilancio che hanno proposto al socio.
La situazione è grave, determinata da pressappochismo, che non si può certamente addebitare al sottoscritto.

Tantomeno posso e voglio assecondare queste follie che anzi potrebbero essere perseguite in termini di responsabilità.
Il credito vantato dalla Civitavecchia Infrastrutture è, ad oggi, esigibile e pensare di non “pagarlo”, al punto da considerarlo una sopravvenienza attiva, non sarebbe una azione di coraggio, come sostiene qualcuno, ma esclusivamente la prosecuzione di pratiche e condotte che, in tutta la loro inadeguatezza, ci hanno portato al punto difficilissimo in cui siamo.

Presto sarà mia cura illustrare anche le cause ed i motivi di tale situazione.
Infine mi sia permessa una battuta. Quando si affastellano quattro fallimenti ed un concordato preventivo, vuol dire che non si è riusciti ad onorare nemmeno un euro del debito accumulato … non il contrario.
Lascino pertanto gli improvvisati soloni, responsabili del disastro, lavorare chi cercherà di sistemare i danni da loro stessi cagionati.

Di una cosa possono stare certi che, contrariamente al passato, non mancherà serietà, professionalità, impegno ed equilibrio.

Civitavecchia lì 6.4.2020

Il Presidento

Avv. Antonio Carbone

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