( Del Dr. Giovanni Ghirga, ISDE)

“Rispondiamo pubblicamente ai numerosi cittadini che hanno chiesto ai Medici per l’Ambiente una opinione scientifica circa gli effetti negativi sulla salute umana causati dalla attività dei forni crematori.
Un documento recente, frutto di una Commissione Scientifica formata dal Senato degli USA, mette in evidenza i rischi causati dalla attività di cremazione delle salme (Final Report of the Senate Crematoria Study Committee, 2012).
Durante l’attività di cremazione vengono emessi nell’aria numerosi inquinanti tra cui diossine, acido cloridrico, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ossido di carbonio e mercurio. Quest’ultimo elemento tossico rimane il più importante inquinante emesso durante la cremazione.
L’esposizione al mercurio, anche in quantità infinitesimali, può causare gravi problemi di salute a livello del sistema nervoso, dell’apparato digerente, del sistema immunitario, dei polmoni, dei reni, della cute e degli occhi (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2016). Il mercurio è considerato dall’OMS uno dei dieci elementi/sostanze più tossici per la salute umana.
L’esposizione può avvenire attraverso l’aria e, soprattutto, con l’assunzione di pesce e crostacei nei quali è presente il metilmercurio, la forma più tossica che nasce dalla azione di batteri, presenti nel terreno, sul mercurio che ricade dopo essere stato emesso da impianti di combustione di fossili come il carbone, di rifiuti urbani, da cementifici e da impianti di cremazione.
Il mercurio emesso durante la cremazione proviene da amalgame contenenti questo elemento che riempiono la bocca della maggior parte delle persone.
La temperatura di un forno crematorio raggiunge gli 800-1000°C. A questi livelli si forma una quantità elevatissima di polveri ultrafini.
Il mercurio dopo la combustione viene veicolato soprattutto da polveri di dimensioni estremamente piccole (0.10-0.18 micron) la cui possibilità di essere filtrate da apparati di livello industriale è veramente molto scarsa (University of Rochester – EPA PM Center). Questo spiega perché negli Stati Uniti, dove la richiesta di cremazioni va vertiginosamente aumentando, nelle salme viene ipotizzata l’incredibile possibilità di asportare i denti trattati con amalgame al mercurio prima della cremazione stessa.
La tossicità dell’esposizione al mercurio per il sistema nervoso in fase di accrescimento è estremamente elevata.
Nel comprensorio di Civitavecchia, dove una recente indagine del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio ha messo in evidenza essere già presente un aumento di mercurio nell’ambiente, non sembra veramente opportuna la presenza di una struttura per la cremazione delle salme”.

 

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