A gennaio torna in funzione l’impianto: amministrazione impegnata a definire le modalità. L’assessore Magliani: «Il problema non è il numero di salme ma studiare e leggere con attenzione i risultati dei monitoraggi ambientali. Coinvolgeremo Asl, Ispra e Arpa»

CIVITAVECCHIA – In attesa di conoscere – a giorni ormai dopo l’udienza preliminare di giovedì scorso – quella che sarà la decisione del giudice Paola Petti, relativa all’archiviazione o meno del procedimento giudiziario scaturito dall’esposto presentato dai comitati cittadini, il Pincio è al lavoro per cercare di riorganizzare il servizio relativo all’impianto di cremazione realizzato all’interno del cimitero nuovo.
A via Braccianese Claudia infatti, come si ricorderà, da luglio il forno è fermo per il raggiungimento in sette mesi del numero massimo di cremazioni possibili ne corso dell’anno, 2080.
A gennaio la società Altair riprenderà le attività. E l’obiettivo anche del Comune è quello di non arrivare nel 2020 alla stessa situazione di oggi, e cioè a fermare l’impianto con anticipo, non riuscendo a garantire il servizio ai cittadini, costretti a recarsi presso gli altri impianti della regione, a partire da Viterbo, con un notevole aggravio di costi. Oltre al danno, infatti, per i civitavecchiesi quest’anno c’è stata anche la beffa. Una cosa che non dovrò ripetersi.
Ma quello del numero delle cremazioni, a detta dell’assessore all’Ambiente Manuel Magliani, rappresenta un falso problema.
Anche perché, di fatto, la precedente amministrazione avrebbe recepito il numero indicato nel piano economico finanziario presentato da Altair.
«L’aspetto principale è più importante oggi – ha infatti sottolineato – è quello relativo ai dati dei monitoraggi ambientali legati al funzionamento dell’impianto. Le circa duemila salme a cui si è fatto riferimento non avevano alla base dei dati scientifici e delle prescrizioni fondate su criteri specifici. Oggi abbiamo invece a disposizione dei monitoraggi che ci consentono di orientarci meglio».
Ma non sarà l’amministrazione da sola a decidere se è quale strada intraprendere. I dati dei monitoraggi infatti saranno posti all’attenzione di Arpa, Ispra ed Asl.
«Con un occhio ovviamente – ha aggiunto Magliani – all’aspetto giudiziario. Una cosa è certa: non ci sono in corso trattative o accordi sui numeri di salme. Ci siamo incontrati con la società e con il segretario generale affinché, superando i contenziosi, si possa arrivare a disciplinare un servizio che tenga conto della differenza tra residenti e non dal punto di vista economico e che sia un giusto compromesso tra un servizio da rendere durante tutto il corso dell’anno, senza sospensioni, e la tutela ambientale. Non vogliamo altre servitù, sia chiaro, nè gravare ulteriormente il territorio, nello spirito delle azioni che stiamo mettendo in atto in difesa del nostro ambiente. Andremo avanti con la massima cautela – ha concluso – coinvolgendo gli enti preposti a fornire tutti i pareri tecnico scientifici per arrivare, con un dialogo aperto con la società, a poter garantire un servizio fruibile, compatibile con l’ambiente e conveniente per i residenti».

Fonte Civonline

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