Cos’è il desiderio e perché la tradizione mistico-orientale gli attribuisce il ruolo di “causa della sofferenza”? Il desiderio è uno stato di affezione dell’io consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, dal lat. desiderium. È un sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di quanto possa appagare un proprio bisogno fisico o spirituale. Letteralmente de-siderio deriva da de-sidera che vuol dire “senza stelle” ed indica, perciò, lo stato di mancanza di qualcosa di importante e/o necessario per noi. Nell’antichità l’Aruspice, la cui funzione era di interpretare le stelle per predire il futuro, quando il cielo era nuvoloso non poteva esercitare il suo ruolo e il suo potere ed entrava in quello stato di attesa del ritorno delle stelle per poter tornare alla sua funzione e a esprimere il suo talento. Ecco cos’è il desiderio: un stato di afflizione, un sentimento intenso di mancanza o attesa di qualcosa che appaghi un bisogno importante e ci spinge al possesso o al raggiungimento dell’oggetto, appunto, desiderato. Ma dove nasce il desiderio, qual è la dinamica interna che muove a questa sofferenza? Si perché desiderare qualcosa, e quindi averne bisogno, significa dipendere dall’oggetto del desiderio nel senso che se lo posseggo sono felice grazie all’oggetto, ma ho intrinsecamente paura di perderlo o che qualcuno me lo porti via, se invece non riesco a raggiungerlo allora sono infelice. Dipendere da qualcosa o da qualcuno per sentirsi appagati, felici o realizzati è intrinsecamente e profondamente un meccanismo sbagliato che ci espone inevitabilmente alla sofferenza. Purtroppo per sottrarsi alla morsa del desiderio e della dipendenza ci vuole molta consapevolezza e tanta volontà perché il tutto si svolge nella nostra mente.

continua…

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