COSA E’ IRREALE E COSA E’ FALSO? (Rubrica a cura di Alessandro Spampinato)

Nell’articolo precedente abbiamo visto come la storia della scienza proceda per smentite di modelli obsoleti rispetto alle nuove scoperte e intuizioni. Appena si definisce un principio o una regola subito ne compare una nuova che rivoluziona tutto il sapere fino a quel momento. Oggi sappiamo molto di fisica, chimica, biologia e astronomia, ma nuovi punti di vista sulla realtà e sul cosmo stanno mettendo in seria difficoltà la tenuta di queste conoscenze. Cosa dovremmo pensare allora riguardo le nostre certezze? Tutto è in continua evoluzione, tutto scorre, si trasforma, diviene, compresa la conoscenza. Ci sono universi ancora da scoprire e esplorare, ci sono mondi e dimensioni che rispondono a leggi e regole totalmente diverse da tutto ciò che pensiamo di sapere. Se questo è vero per la fisica figuriamocNell’articolo precedente abbiamo visto come la storia della scienza proceda per smentite di modelli obsoleti rispetto alle nuove scoperte e intuizioni. Appena si definisce un principio o una regola subito ne compare una nuova che rivoluziona tutto il sapere fino a quel momento. Oggi sappiamo molto di fisica, chimica, biologia e astronomia, ma nuovi punti di vista sulla realtà e sul cosmo stanno mettendo in seria difficoltà la tenuta di queste conoscenze. Cosa dovremmo pensare allora riguardo le nostre certezze? Tutto è in continua evoluzione, tutto scorre, si trasforma, diviene, compresa la conoscenza. Ci sono universi ancora da scoprire e esplorare, ci sono mondi e dimensioni che rispondono a leggi e regole totalmente diverse da tutto ciò che pensiamo di sapere. Se questo è vero per la fisica figuriamoci quanto è ancora più vero per l’uomo. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Come siamo fatti? Sono domande a cui, a distanza di millenni, stiamo ancora cercando di rispondere. Il mistero dell’uomo, del cosmo e della vita è tutt’oggi attualità. Ecco perché arriviamo a dire che i modelli sociali, culturali, politici e altro riguardo l’uomo sono falsi. Perché pretendono di definire e conoscere ciò che non è attualmente definibile e conoscibile, pretendono di dare una risposta a ciò che è mistero. Forse è proprio per questo che esistono centinaia di modelli nel mondo spesso in contraddizione l’uno con l’altro, perché la verità è oscura. Ed ecco perché possiamo dire che irreali sono i nostri pensieri, le nostre forme mentali, le nostre rappresentazioni della realtà, perché la verità è oscura a ciascuno di noi. Sicuramente è utile e funzionale avere dei modelli sociali che organizzano la vita collettiva, altrimenti potrebbe manifestarsi il caos, ed è altresì utile e funzionale avere delle idee sulla realtà, degli schemi guida che ci permettono di orientarci in un mondo che altrimenti sarebbe disorientante. Ma scambiare per verità e certezza ciò che è illusione o strumento funzionale è un altro discorso. Ciò che è funzionale ad un ordine non vuol dire che sia certo e vero! Sin da piccoli ci insegnano come comportarci, cosa sapere, come parlare, ci organizzano la vita e ci orientano nelle nostre scelte attraverso premi e punizioni, ricatti e promesse. Col tempo impariamo il sapore della delusione, la forza del dolore e la potenza della rabbia. Ma senza dei buoni maestri rischiamo di cedere accettando la nostra vita condizionata e di ubbidire ai padroni di questo mondo che sono anche dentro di noi per mezzo della cultura che possediamo e delle cose che crediamo di sapere e riconosciamo come vere anche se vere non lo sono affatto.  Come ci si può emancipare dall’inganno di sapere tutto e di controllare gli eventi e la nostra vita? Parlavo di buoni maestri. Chi è un bravo maestro? Se guardiamo al passato i buoni maestri tracciavano vie per la conoscenza di sé e del tutto ma non davano risposte. Indicavano dove guardare non cosa, non indottrinavano ma insegnavano il metodo per scoprire da soli la nostra verità. Un buon maestro, al momento opportuno, si fa da parte e lascia che l’allievo faccia le sue esperienze e cresca con le sue forze. Egli non controlla, non gestisce, non forma individui, gli prepara il terreno perché possano crescere da soli e vivere autenticamente la loro vita. Pensiamo solo per un attimo a cosa potremmo essere se smettessimo di definirci come figli, genitori, mariti e mogli, impiegati o dirigenti, italiani o europei. Pensiamo cosa ci accadrebbe se non ci definissimo affatto e ammettessimo di non sapere niente. Dopo un primo momento di sconforto, di paura e di disorientamento, forse, inizieremmo a vedere il mondo e a percepire la vita con più attenzione e con più interesse. Forse inizieremmo a conoscere qualcosa veramente e personalmente e la vita tornerebbe ad essere una meravigliosa esperienza di conoscenza e di piacere. Forse ci ritroveremmo protagonisti del nostro destino e artefici della nostra realtà.

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