COS’E’ LA RABBIA E PERCHE’ CI ARRABBIAMO? (Rubrica a cura di Alessandro Spampinato)

Film, canzoni, trasmissioni televisive, talk show, telegiornali raccontano quotidianamente storie di violenza e odio, la tensione è alta e c’è adrenalina nell’aria. Nel traffico, a lavoro, nelle scuole, nelle innumerevoli file che facciamo alla cassa dei supermercati, in banca o alla posta o negli uffici comunali, in famiglia, ovunque assistiamo a espressioni di intolleranza, di fastidio e di rabbia. Basta poco perché le persone litighino o arrivino alle offese e alle mani. Sono tempi di conflitto, agitazione, paura, insofferenza e maleducazione. Oggi non è così sicuro e piacevole uscire di casa per farsi una passeggiata o svolgere le nostre attività quotidiane. Ci si può facilmente trovare coinvolti in conflitti e litigate anche solo per la questione del parcheggio delle auto. Il senso di frustrazione psicologica e sociale che viviamo oggi è molto alto. È quindi importante comprendere e consapevolizzare la dinamica della rabbia per fronteggiarla quando ci assale o ci troviamo a vederla negli altri, per non subirla e non lasciarci coinvolgere perdendo la nostra serenità così faticosamente raggiunta e conquistata.
La rabbia è una emozione che ha una specifica origine funzionale, degli antecedenti caratteristici, delle manifestazioni espressive. Essendo un’emozione primitiva, essa può essere osservata sia in bambini molto piccoli che in specie animali diverse dell’uomo. Insieme alla gioia e al dolore, essa è una tra le emozioni più precoci.
La rabbia è un’emozione la cui manifestazione viene maggiormente inibita dalla cultura e dalla società insieme al disgusto e al disprezzo. Per questo è pericolosa, perché accumulata e repressa e non siamo, pertanto, addestrati a controllarla e incanalarla per i nostri scopi. I termini linguistici che si riferiscono a questa reazione emotiva sono: collera, esasperazione, furore ed ira e rappresentano lo stato emotivo intenso della rabbia; altri invece esprimono lo stesso sentimento, ma di intensità minore, come: irritazione, fastidio, impazienza.
La rabbia rappresenta la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica. Ma anche altri fattori sembrano implicati affinché origini l’emozione della rabbia. Ad esempio, la responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce alla persona che induce frustrazione o costrizione sembrano essere altri importanti fattori insieme alla volontà che si attribuisce all’altro di ferire e l’eventuale possibilità di evitare l’evento o situazione frustrante.
Insomma, ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l’intenzionalità di ostacolare l’appagamento. Ecco perché le troppe regole, la burocrazia, le troppe tasse e il controllo sociale creano frustrazione e rabbia, perché tolgono libertà di pensiero e azione alle persone, sottraggono possibilità di espressione personale, di realizzazione dei propri progetti e di soddisfazione dei propri bisogni.
Infatti, negli uomini, i motivi alla base di un attacco di rabbia riguardano maggiormente la frustrazione di attività che erano connesse con l’immagine e la realizzazione di sé. Lo scopo, in questo caso, sembra più rivolto a modificare un comportamento che non si ritiene adeguato. L’arrabbiarsi sembra essere una procedura per ottenere un utile cambiamento.
Con il termine ira, i cui sinonimi sono: “furia” e “collera”, si indica uno stato psichico alterato, in genere suscitato da elementi di provocazione capaci di rimuovere i freni inibitori che normalmente stemperano le scelte del soggetto coinvolto. L’iracondo prova una profonda avversione verso qualcosa o qualcuno, ma in alcuni casi anche verso se stesso.
Potenzialmente, l’ira è in grado di mobilitare risorse psicologiche positive tra cui: correzione di comportamenti sbagliati, promozione di un’uguaglianza sociale ed espressione di sentimenti negativi su controversie. D’altro canto l’ira può rivelarsi “distruttiva” quando non trova un adeguato sbocco di espressione; una persona irata può, infatti, perdere oggettività, empatia, prudenza e senso di riflessione e causare danni ad altre persone o cose. Possiamo, quindi, capire che l’aggressività in generale segnala uno stato di frustrazione e disagio che, se capito in tempo, può essere risolto con maggiore vigore e determinazione utilizzando l’energia psico-fisica messa in moto proprio dalla rabbia. Senza consapevolezza e controllo di sé lo stato di frustrazione libera l’energia accumulata e repressa nello sfogo violento e primitivo dell’ira il cui scopo non è più la soddisfazione dei propri bisogni e la realizzazione di sé, ma la distruzione dell’ostacolo o la vendetta!

www.alessandrospampinato.com