Il sindaco Pietro Tidei non molla la Costa Concordia. Il primo cittadino spera ancora di portare il relitto nel porto di Civitavecchia per la demolizione e rilancia la candidatura locale con una nuova lettera, inviata oltre che ai ministri competenti e al Parlamento anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Mi propongo con semplicità di riportare chiarezza sulla questione senza presunzione alcuna.
In merito alla questione relativa alla prossima operazione di smantellamento della nave Costa Concordia che si sta arricchendo di un polverone di opinioni e pretese che altro non fanno che ingarbugliare di più le scelte che con estrema attenzione dovranno essere adottate.
Sono due le posizioni da privilegiare nell’affrontare l’argomento.
La prima è quella della salvaguardia dell’ambiente.
Non si può correre il rischio di non avere pronto un sito dove accogliere la nave non appena disincastrata dallo sperone di roccia dove attualmente è appoggiata al Giglio. E’ universalmente riconosciuto che occorre togliere la nave da dov’è nel più breve tempo possibile, per ridare il Giglio al turismo non da catastrofe, per evitare che, con il tempo, moto ondoso e vento compiano loro l’opera imponente di disincagliare la nave.
Inimmaginabile per il Paese, per il suo ambiente, per il turismo l’effetto drammaticamente nefasto che avrebbe un relitto che senza controllo incominciasse a muoversi tra l’Argentario e le sue isole. Oppure un relitto enorme di quasi 120 mila tonnellate che dovesse inabissarsi nel bel mezzo di uno tra i nostri arcipelaghi più rinomati.
Nonostante i fondi necessari a mettere Piombino nelle condizioni tecniche di sicurezza e di operatività per accogliere la “Concordia” siano stati stanziati, i tempi necessari a realizzare le opere saranno in realtà di almeno tre anni. Mentre il relitto della nave dovrà essere necessariamente sistemato entro l’anno corrente in un sito adeguatamente protetto.
La seconda questione è quindi quella legata alla tempistica. Via dal Giglio la nave deve andare nel più vicino porto sicuramente pronto ad ospitarla.
Ma anche la questione dei fondi necessari ad approntare Piombino, non sembra una questione di poco conto. Fermo restando la necessità, specie in questo momento, di un risanamento ed un rilancio dell’intera area industriale di Piombino muovendosi nel quadro della strategia europea per la crescita al fine di sostenere la competitività del sistema produttivo nazionale, non si riesce a comprendere l’interconnessione, e quindi dov’è la reale ratio tra la rottamazione di un relitto “eccellente” con il processo di sviluppo di opere infrastrutturali e l’innalzamento competitivo del contesto industriale e portuale di Piombino? Appare evidente che una reale interconnessione non c’è ma si tratta semplicemente di uno “spunto” per dare il via ad una pioggia di milioni di euro sull’area della cittadina toscana.
Siamo contenti per Piombino e per la sua “rinascita” industriale, ma allo stesso tempo vorremmo ricordare al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente, al Consiglio dei Ministri, e ai parlamentari tutti che con l’inadeguatezza degli atti sino ad ora predisposti dal Ministro Clini, anche la Protezione Civile attraverso una nota di Gabrielli ha chiaramente fatto conoscere che non potrà occuparsi di individuare un sito che già non sia pronto”.