L’onorevole Marietta Tidei ha preparato un’interrogazione parlamentare che sarà inviata al Ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti ed al Ministro dell’Ambiente del Territorio e del Mare per sostenere la candidatura della città di Civitavecchia ad accogliere il relitto della nave Costa Concordia e i relativi lavori di smaltimento. L’interrogazione è stata firmata da tutti il parlamentari del Partito Democratico eletti.

Questo il testo integrale dell’interrogazione:

“Su proposta del ministro Clini, il Consiglio dei Ministri dell’8 marzo scorso ha autorizzato il Dipartimento della Protezione civile – in stretto raccordo con il Ministero dell’ambiente e il Ministero dei trasporti – ad adottare i provvedimenti necessari a consentire il trasporto della nave Costa Concordia presso il porto di Piombino per lo smantellamento, utilizzando le risorse già stanziate ed effettivamente disponibili, in raccordo con il Ministero dell’economia.

nonostante i vari solleciti del Sindaco di Civitavecchia, l’iter che ha portato a tale decisione non ha visto coinvolta la città laziale ed il suo porto, che si sono per tempo candidati ad ospitare la nave per la realizzazione dei lavori;

le distanze dei due porti dal luogo dell’incidente sono equivalenti (circa 39 miglia) ma, contrariamente a quello di Piombino, il porto di Civitavecchia è già pronto per ricevere la nave, disponendo di fondali adeguati (18 metri), banchine, un adeguato bacino interno ed ampie aree per le lavorazioni;

la demolizione della Costa Concordia a Civitavecchia potrebbe essere quindi realizzata con un limitato impegno di spesa, nel pieno rispetto delle linee di spendine rewiew adottate dal Governo Monti;

la scelta del porto di Piombino comporterebbe, al contrario, una spesa valutata tra i 150 e 200 milioni di euro, da reperire nelle pieghe del bilancio dello Stato, risorse che appaiono destinate più a soddisfare l’aspirazione di quel porto ad ampliare la propria infrastruttura che a risolvere il problema “Costa Concordia”;

pur volendo ridurre al minimo i tempi di una istruttoria comunque obbligatoria per legge, eseguire escavazioni di fondali, costruire ex novo una banchina di approdo per la nave – attualmente inesistente, come ammesso dallo stesso Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità portuale di Piombino – apprestare difese foranee nonché eseguire opere portuali per le operazioni di demolizione, comporta un impegno temporale di 1-2 anni; ciò, in presenza di una significativa opposizione delle organizzazioni ambientaliste toscane, da subito emersa sugli organi di stampa;

non appare, quindi, garantita la continuità fra le operazioni di recupero del relitto e l’inizio delle operazioni di demolizione e che, tanto meno, alcun cenno si è fatto circa la destinazione della nave nel periodo di attesa che si prospetta per l’adeguamento strutturale del porto di Piombino;

la Città di Civitavecchia aspira a veder sviluppato il proprio porto anche come polo industriale, segnatamente cantieristico, mirato alla promozione occupazionale ed alla diversificazione delle attività portuali – :

se gli onorevoli Ministri, alla luce delle ragioni descritte in premessa e di una decisione che – estremamente onerosa per le casse dello Stato – appare profondamente inadeguata e contraria all’impostazione di spendine rewiew introdotta dal Governo Monti, non ritengano opportuno convocare quanto prima un incontro tra tutti i soggetti istituzionali interessati, per valutare comparativamente la possibilità di una soluzione meno impegnativa dal punto di vista finanziario e temporale nonché tecnicamente più adeguata”.

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