Sì concludono venerdì 21 settembre le ricerche archeologiche sul campo per l’anno 2018, sui porti di Vulci in collaborazione con l’università di Londra (prof.ssa Corinna Riva), la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale (dott.ssa Simona Carosi), il parco di Vulci (dott. Carlo Casi) e il Comune di Montalto di Castro. L’indagine tende a ricostruire urbanisticamente il rapporto dell’antica città di Vulci con il suo principale scalo portuale di Regisvilla (Le Murelle).

A tal fine si stanno analizzando e facendo le verifiche per comprendere l’effettiva navigabilità del fiume Fiora e le caratteristiche nel sistema degli insediamenti e degli approdi nella fascia costiera lagunare. «Il progetto è molto ambizioso – spiega il direttore scientifico di Fondazione Vulci, Carlo Casi – in quanto cercherà di mettere a confronto la situazione produttiva e commerciale di Vulci tra il IX e il III secolo a.C. con gli altri principali porti del Mediterraneo, tra i quali quello di recente scoperta sull’isola di Tavolara in Sardegna, quello di Naukrati in Egitto e di Akanthos in Grecia». La ripresa delle ricerche sul campo è prevista per la prossima primavera.

«L’importante indagine degli antichi porti etruschi, come quello di Regisvilla – dichiara l’assessore alla cultura Silvia Nardi – è da tempo all’attenzione della nostra amministrazione come ulteriore strumento di sviluppo e crescita del nostro territorio. Si tratta di programmi chiaramente ambiziosi che avranno bisogno di importanti investimenti non solo da parte del nostro comune ma anche e soprattutto dalla Regione e dalla Comunità Europea. Per questo la Fondazione Vulci, la Soprintendenza e l’università di Londra stanno lavorando ad una progettazione condivisa».

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