Il flash mob ( al contrario ), organizzato dai commercianti civitavecchiesi che spegneranno le luci dei loro esercizi , merita una grande attenzione da parte della politica. Meriterebbe, per usare un gioco di parole, di essere illuminato dai riflettori di chi si occupa della cosa pubblica, innanzi tutto dall’amministrazione comunale.  In una città come Civitavecchia, il terziario rappresenta la più importante risorsa economica, anche in termini di occupazione. E il grido d’allarme che questa iniziativa lancia ” silenziosamente ” non può lasciare indifferenti. Il commercio, l’artigianato e i professionisti, da tempo, non sono più una classe privilegiata, vessati da tassazioni intransigenti e inique, che tengono in poco conto l’andamento reale dell’economia e spesso svincolate dal rapporto con i reali guadagni degli esercenti. In una situazione come quella in cui versa il commercio cittadino, con decine e decine di negozi, anche ” storici “, che chiudono ogni anno , una proposta come quella dell’outlet di Fiumaretta , a poche centinaia di metri dal centro  della città, rischia di rappresentare una svolta esiziale per molti di loro. Civitavecchia non ha bisogno di nuove vetrine dei grandi marchi. Ha invece bisogno di una forte iniziativa di programmazione urbanistica e di organizzazione turistica, che , mettendo al centro le peculiarità del nostro territorio , sia di rilancio al commercio e all’artigianato, perchè come dice lo slogan dei commercianti ” se muore il commercio muore la città”.
Italia Viva Civitavecchia; Roberto Fiorentini, Jenny Crisostomi, Marina Pergolesi, Alessio Gatti, Stefania Caria, Consuelo Marri, Antonella Appetecchi, Silvia Serrau

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