D’Aponte: annata splendida che ci ha permesso di riportare a casa un trofeo che mancava da troppi anni. Per parlare del futuro c’è tempo, prima c’è qualche nodo da sciogliere a livello societario.

 

Un’annata che lascerà il segno, in tanti modi. La Coppa Italia regionale che ritorna a casa dopo 28 anni, insieme ad un campionato giocato da protagonista che vede ora i nerazzurri, con tre giornate ancora da affrontare, al quarto posto. C’è anche dell’altro perché, prima di parlare del futuro, ci sono alcune cose da trattare all’interno della società. Di tutto questo ne abbiamo parlato con il DS Daniel D’Aponte.

D– Partiamo dalla Coppa Italia, l’Ossese quest’oggi è arrivata in semifinale battendo l’isernia. Hai qualche rammarico per come è andata la nostra sfida, ovviamente facendogli i complimenti.

R- Sinceramente non credo sia il caso di abbandonarsi ai rimpianti, al contrario dobbiamo essere fieri di aver avuto il merito di arrivare a giocarci una sfida così bella e combattuta contro un avversario forte come l’Ossese. Ebbi modo di complimentarmi con il presidente dell’Ossese già dopo il 3-0 dell’andata, ma colgo l’occasione per rinnovarglieli visto che dopo i risultati odierni, hanno ufficialmente raggiunto le semifinali di questa splendida competizione.

D– Abbiamo sicuramente migliorato il piazzamento del pre-pandemia, come reputi la stagione fatta? Non credi che nel momento clou siamo arrivati un po’ scarichi, per le troppe gare ravvicinate.

R– Io sono un amante dei numeri perché credo che questi siano il mezzo più semplice per poter analizzare in maniera oggettiva il lavoro svolto.
La squadra insieme a mister Castagnari ha avuto il compito di proseguire e se possibile migliorare l’eccellente lavoro fatto dal Civitavecchia di mister Caputo.
Nel pre-pandemia il Civitavecchia concluse la sua stagione (anticipatamente per via dello stop) con un quarto posto grazie ad una media di 1,70 punti a partita e una semifinale contro il Real Monterotondo Scalo, squadra che poi si laureò campione della Coppa Italia Regionale.
Ad oggi numeri alla mano, nella prima vera stagione post-pandemia, la nostra squadra di trova in quarta posizione con una media punti migliore (1,92 punti) e soprattutto possiamo essere orgogliosi di aver riportato a casa, a distanza di 28 anni, un trofeo importante come la Coppa Italia.

D- A parte gli over la sorpresa sono stati gli Under, vedi Scaccia, Luciani, Mancini e Gagliardi. Quanto è importante in prospettiva futura l’unione sportiva tra Civitavecchia e Dlf sotto questo aspetto.

R- Dobbiamo partire da un presupposto, ovvero che noi quest’anno possiamo dire senza timore di smentita che non abbiamo mai dato molto peso al fattore under/over avendo avuto la fortuna di avere in rosa giocatori forti a prescindere da ciò che dichiara la propria carta d’identità. Sempre riallacciandomi al discorso dei famosi numeri, noi per più di 2/3 di stagione siamo scesi in campo schierando più under di quanti realmente necessari. In finale di Coppa Italia abbiamo schierato 4 giovani di lega dal primo minuto arrivando, negli ultimi minuti del match, addirittura ad averne 5 in campo. L’obiettivo chiaramente è quello di proseguire su questa linea intrapresa dalla società sfruttando ancor di più la fusione tra due realtà importanti come quella tra Civitavecchia e DLF che sicuramente in futuro ci permetterà di lanciare giovani del posto in prima squadra. Colgo l’occasione per fare i miei complimenti all’incredibile lavoro che stanno svolgendo in questa stagione i responsabili del settore giovanile insieme ai nostri tecnici che stanno portando in alto il nome della nostra società.

D- Tra poco inizia il tuo periodo clou, trasferimenti e conferme la faranno da padrone. Da dove ripartirai.

R- Credo che è davvero prematuro parlare di conferme o addii in questo momento. Siamo ancora lontani dall’inizio del mercato, ma soprattutto ci sono tanti argomenti che andranno trattati prima di arrivare a parlare di riconferme dei calciatori. In primis dovrà essere il presidente a rinnovare il suo desiderio di proseguire la sua avventura alla guida del Civitavecchia Calcio, anche perché credetemi che non è semplice essere alla guida una società importante come questa quando, nonostante quanto di buono fatto in così pochi anni, sembra sempre che non sia abbastanza per far sì che le istituzioni si mostrino vicine alla nostra realtà. Se, come spero in cuor mio, il presidente continuerà quest’avventura alla guida del Civitavecchia allora si potrà cominciare a ragionare sul discorso sportivo, e quindi partendo chiaramente da una mia eventuale riconferma, cosa che mi auguro perché lavorare per questa società è davvero motivo di orgoglio per me. Solo allora si potrà parlare di mercato, fermo restando che la nostra volontà se ci sarà la possibilità è quella di riconfermare in toto la rosa che quest’anno ci ha permesso di renderci protagonisti in un campionato così competitivo come l’Eccellenza.

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