Civitavecchia, Angeloni (OA): “Il porto sta diventando il principale sospettato dell’inquinamento”

“È responsabile di una quota di inquinamento che va dal 15 fino al 50 per cento a seconda della zona e dell’orario, ma è un dato “calcolato”.

Il monitoraggio ​ dell’aria va stretta attorno allo scalo. Sulle polveri ultrasottili servono campagne sistematiche di misurazione.

Il porto sta diventando il principale sospettato dell’inquinamento. Di qui a tre anni prenderà il posto dell’Enel ​ e molte cose devono cambiare . Il radar dell’Osservatorio si ​ sposta dalla Centrale allo Scalo e l’Authority, (e forse non solo lei), dovrebbe entrare nel board per poter contribuire e decidere insieme ai Comuni del territorio.

La relazione di Arpa e Authority sulla qualità dell’aria​ ci ha consegnato ampi spazi di miglioramento e qualche elemento di preoccupazione (per questo, personalmente ho poco apprezzato i commenti troppo “frizzantini” da parte di qualche giornalista facilmente eccitabile).

Un paio di allarmi sono senz’altro scattati. Il primo riguarda carico degli inquinanti in atmosfera e la misura delle ricadute ora per ora e quartiere per quartiere. Oggi ci raccontano che il porto è responsabile di una quota di inquinamento che va dal ​ 15 fino al 50 per cento a seconda della zona e dell’orario, ma è un dato “calcolato” anche se con accuratezza in base alle emissioni standard delle navi presenti al momento della simulazione e non misurato effettivamente a terra. Tanto per cominciare, quindi, la rete di monitoraggio della qualità dell’aria va ​ subito ripensata e stretta attorno al porto.

Il secondo allarme riguarda le polveri ultrasottili, le meno regolamentate ma anche le più pericolose per la salute. L’ultima campagna risale al 2018, ed era limitata a tre scuole.​ Siamo dunque lontani da un monitoraggio sistematico attraverso campagne ripetute e comparabili. E Arpa stessa definisce ancora oggi i risultati ottenuti già allora, su una delle scuole, “non esaltanti”.

Credo sia positivo che il presidente Musolino abbia parlato di Sostenibilità, ​ una strada che i porti hanno iniziato nel 2017 attraverso l’ avanzatissimo World Port Sustainability Program della Iaph. Si parla​di Digitalizzazione, Infrastrutture, Salute e sicurezza, Cura dell’Ambiente e Sviluppo delle Comunità cittadine. E’ un perimetro davvero sfidante e interessantissimo per la auspicabile una partnership dell’ Authority all’interno dell’Osservatorio.Parliamo di ​ temi quali, ad esempio, economia basata sulla bio, energia rinnovabile, riduzione della CO2, ​ inquinamento dell’aria, delle polveri, del rumore, economia sulla risorsa acqua dolce, iniziative di riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti anche marini, bunkeraggio a basse e zero emissioni di carbonio, dimensioni delle navi, dragaggio sostenibile, resilienza climatica nello sviluppo delle infrastrutture, bonifica dei suoli, biodiversità e pari diritti e opportunità, parità dei sessi, buon governo societario, promozione della più ampia comunità portuale, etica professionale, commercio equo e filiere responsabili, anti corruzione e da ultimo il turismo crocieristico sostenibile”.

Fabio Angeloni
Cda Osservatorio Ambientale