da Civoline:

“La legge 285/90, che noi abbiamo studiato bene ed accuratamente, tanto da aver presentato un testo con proposte di modifica della stessa, a diverse parlamentari, prevede la sepoltura dei feti e dei residui abortivi, su richiesta della donna, in modalità privata. Noi siamo pronte ad un confronto pubblico su questo: la legge non prevede la possibilità di concedere aree cimiteriali apposite, reparti speciali quindi, che non siano destinati ad altri culti, oltre quello cattolico, o per comunità straniere”.

Lo ribadiscono le “Donne in difesa delle legge 194/78” che replicano all’intervento del consigliere comunale di maggioranza Elisa Pepe. “Quello che più ci rammarica della consigliera Pepe, è il carattere violento, fortemente giudicante e strumentale delle sue parole – hanno sottolineato – perché la sua non è compassione, ma è la volontà di imporre una visione, che non può essere quella di tutte le donne. L’aborto fa parte della vita delle donne dall’alba dei tempi, spontaneo, procurato e autoprocurato. La legge 194/78 ha reso legale, gratuita e sicura la sua pratica, prendendo in carico la donna, e il diritto alla sua salute, nel processo di cura, dall’inizio alla fine. Noi solidarizziamo con le donne che decidono di seppellire il residuo del proprio aborto, noi conosciamo il coinvolgimento, l’autodeterminazione sul proprio corpo, la sorellanza, la forza, che ci sta dietro, noi ne abbiamo fatto esperienza. Anche per il supporto che diamo, da sempre, come generazioni e genealogie di donne, impegnate a vario titolo nelle pratiche femministe. Che non sono vecchie di mezzo secolo. Sono prepotentemente all’ordine del giorno attuale. La legge prevede che la sepoltura avvenga nel privato, nella propria tomba di famiglia. Sepoltura a cui possono provvedere anche le istituzioni se si è indigenti. Ed è così, perché non debbano mai esistere altari alla colpa delle donne che decidono di interrompere le loro gravidanze. Perché il corpo è nostro, nostra la scelta. Noi non giudichiamo. Ci dispiace infine constatare come il nostro movimento, da più di un anno e mezzo – hanno concluso – abbia chiesto ripetutamente un incontro all’amministrazione comunale e non abbia mai trovato cittadinanza nella casa comunale”.

Civitavecchia, la consigliera Pepe: “Sulla sepoltura dei feti serve corretta informazione”

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