Chi da piccolo o da adolescente non ha avuto a che fare più o meno direttamente con fenomeni di bullismo? A scuola o nelle comitive, nelle feste o al parco, quante volte abbiamo visto o siamo stati coinvolti in aggressioni, provocazioni, minacce fino anche alle mani? Purtroppo il bullismo è un fenomeno molto diffuso e provoca conseguenze a volte anche drammatiche nelle vittime. Lo stesso comportamento, o comportamenti simili, in altri contesti, sono identificati con altri termini, come mobbing in ambito lavorativo o nonnismo nell’ambito delle forze armate. A partire dagli anni 2000, con l’avvento di Internet, si è andato delineando un altro fenomeno legato al bullismo, anche in questo caso diffuso soprattutto fra i giovani, il cyber-bullismo. Il bullismo può includere una vasta gamma di comportamenti quali violenza, attacchi e/o offese verbali, discriminazione, molestie, il plagio e altre coercizioni, fino anche al pregiudizio razziale e/o di genere, come l’omofobia. Esso è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione, come bersagli facili e/o incapaci di difendersi. Si basa fondamentalmente su tre principi: 1) Intenzionalità; 2) Persistenza nel tempo; 3) Asimmetria nella relazione ovvero un’azione intenzionale eseguita al fine di arrecare danno alla vittima, continuata nei confronti di un particolare compagno, caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce (ad esempio per la mancanza di una tecnica di autodifesa). Il bullismo, quindi, presuppone la condivisione del medesimo contesto deviante. Vittima e carnefice si agganciano in un rapporto malato che ammala ancora di più entrambi, poiché la vittima si trova a diventare sempre più passiva, arrabbiata e spaventata, con conseguenti reazioni depressive, evitanti, dipendenti e fobiche mentre il bullo costruisce sempre di più la sua personalità narcisistica sull’arroganza e la prepotenza della sua forza fisica e sul potere dettato dalla paura che è capace di incutere sugli altri. Esistono diversi tipi di bullismo, che si dividono principalmente in bullismo diretto e bullismo indiretto. Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come: 1) bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci, spintoni, sputi o la molesta sessualmente; 2) bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie; 3) bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto; 4) cyber-bullismo o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite SMS o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.

(continua nella prossima edizione)

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