Biodigestore, Civitavecchia torna in piazza

Appuntamento domani mattina alle 9.30 al piazzale del Tribunale. Tante le adesioni.

“Insieme, contro il biodigestore, lottiamo per il futuro!”. È il motto che vedrà di nuovo unita la città, domani mattina, per la seconda manifestazione contro l’impianto che Ambyenta Lazio vorrebbe realizzare in località Monna Felicita. L’appuntamento è per le 9.30 al parcheggio del tribunale. “Dopo una prima tempestiva risposta di piazza alla notizia dell’approvazione di un mega biodigestore da 120.000 tonnellate annue di rifiuti umidi sul territorio di Civitavecchia, rilasciata dalla conferenza dei servizi della Regione Lazio, invitiamo di nuovo tutti i cittadini e le cittadine di Civitavecchia e dei territori limitrofi, le forze sociali, politiche, associative e sindacali a scendere in piazza per la seconda mobilitazione cittadina, organizzata per ribadire insieme l’ennesimo no al biodigestore e ad ogni altro progetto inquinante per Civitavecchia – spiegano gli organizzatori – siamo stanchi di pagare, troppo spesso anche con la vita, queste scelte calate dall’alto, che favoriscono i profitti di aziende private come Ambyenta Lazio, senza tener conto delle criticità ambientali e sanitarie del nostro territorio, evidenziate anche dalla Asl Rm4. Non staremo mai in silenzio a subire. Accogliamo con piacere le tante adesioni alla manifestazione, sia da parte di molti cittadini, sia dalla parte politica: chiediamo a tutti i circoli politici che parteciperanno, di manifestare insieme a noi come cittadini e non come rappresentanti dei propri partiti, senza bandiere e/o colori politici. È il momento di rimanere uniti e fare fronte comune all’ennesimo scempio imposto su Civitavecchia”. In tanti hanno già confermato la propria adesione:

USB – “Usb aderisce alla manifestazione indetta per sabato prossimo dalle associazioni ambientaliste contro il progetto di realizzazione di un biodigestore per il trattamento dei rifiuti a Civitavecchia. Si possono avere idee diverse circa gli impianti di questo tipo: c’è chi li considera una necessità, per ridurre la dipendenza dai fossili e smarcarsi definitivamente dal conferimento in discarica, e chi al contrario ritiene il recupero di energia dai rifiuti una iattura, sia per ragioni ambientali che per i fenomeni speculativi che spesso vi sono collegati, indicando in alternativa l’opzione del compostaggio aerobico. Una opzione, quest’ultima, fin troppo sottovalutata.   Su una cosa però dovremmo essere tutti d’accordo: ossia sul fatto che la gestione del ciclo dei rifiuti deve essere indiscutibilmente a filiera corta e che non è possibile che alcuni territori finiscano per ospitare mega impianti – per motivi economici tanto più grandi quanto più distanti dal luogo di produzione dei rifiuti – perché altri non vogliono farsene carico. Specie se poi li si vuole realizzare in aree industriali a ridosso dei centri abitati, come è il nostro caso. Crediamo quindi che siano sufficienti queste considerazioni per motivare un ragionevole rifiuto all’ipotesi di realizzare un biodigestore da 120.000 t/anno a Civitavecchia, come minimo sovrastimato rispetto alle esigenze del territorio che pure dovrebbe avanzare una sua proposta per una gestione sostenibile dei rifiuti comprensoriali. D’altro canto, l’inedito favore che registriamo verso questi grandi impianti nel Lazio, alimentato dalla possibilità di acquisire sussidi pubblici, appare francamente sospetto: se al di là del progetto di potenziare Maccarese, infatti, si va a considerare il biodigestore già esistente sulla Nettunense, nonché le potenzialità dei nuovi impianti previsti (Frosinone, Casal Selce, Anagni, Cesano, Civitavecchia..) qualcosa proprio non torna. Pensiamo serva chiarezza. Parteciperemo quindi con convinzione alla manifestazione di sabato, confidando che la città e gli altri comuni del territorio sappiano unirsi per scongiurare questo progetto”.

IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI CIVITAVECCHIA – “Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Civitavecchia risponde all’appello lanciato dai comitati ambientalisti territoriali e dai giovani di Fridays For Future Civitavecchia aderendo alla manifestazione indetta per il prossimo 26 febbraio contro la realizzazione di un megabiodigestore da 120.000 tonnellate di rifiuti organici in località Monna Felicita. Un simile progetto, oltre a violare i principi di autosufficienza dei territori e di prossimità nella gestione dei rifiuti, si pone in evidente contrasto con la recente e storica introduzione in Costituzione della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali dell’Ordinamento Giuridico. Un impianto di tali dimensioni rischia infatti di pregiudicare in modo irreparabile il diritto alla salute e ad un ambiente salubre della nostra comunità. L’Ordine degli Avvocati di Civitavecchia invoca peraltro un drastico cambio di visione di sviluppo per un territorio ad altissime potenzialità commerciali e turistiche, che rendono socialmente ed economicamente suicidaria la scelta di una ulteriore servitù ambientale. Annuncia quindi il sostegno all’iniziativa e la presenza al fianco dei cittadini di Civitavecchia e dell’intero comprensorio”.

IL SEGRETARIO DEL PD PIERO ALESSI – “Riconfermiamo la esigenza di fermare la realizzazione di un impianto dannoso per l’intero territorio, ricercando il massimo di unità e utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione.  Le rappresentanze del Partito Democratico di tutto il territorio hanno chiesto, sembra con scarso ascolto, una manifestazione di responsabilità. In primo luogo, è essenziale mantenere unito il fronte ampio composto dai partiti, dalle forze sociali e dalle associazioni ambientaliste. Le parole arroganti non aiutano di certo a costruire quel clima di coesione necessario a perseguire gli scopi comuni. La vicenda legata alla centrale di Torre Valdaliga Nord sembra che non abbia insegnato nulla agli amministratori. Solo un fronte unito può raggiungere risultati apprezzabili per la città. In secondo luogo, riteniamo che si debba valutare con serietà e tempestività l’ipotesi, accanto alle pressioni politiche che non vanno abbandonate, assieme alle più varie iniziative, di dover eventualmente impugnare il provvedimento di autorizzazione a costruire l’impianto, di fronte al Tribunale Amministrativo Regionale. In questo caso sarebbe saggio, da subito, convocare gli altri Sindaci del territorio per definire assieme le strategie e gli strumenti più idonei. Sarebbe bene farlo dotandosi delle più alte competenze professionali per verificare tutti gli atti del lungo iter procedurale. Non ha alcun senso una posizione attendista. Questa la linea espressa dal Partito Democratico sul territorio. Si possono ignorare le nostre proposte e si può, come fatto sinora, agire con il solo evidente scopo di lucrare qualche scampolo di consenso senza porsi con effettiva convinzione l’obiettivo di vincere la battaglia ma si tratta di un atteggiamento irresponsabile, che ha il respiro corto e che nel breve periodo mostrerà i propri limiti. Abbiamo piena consapevolezza delle responsabilità della Regione e persino delle contraddizioni in seno al nostro stesso partito che ci impegnano quotidianamente ma potemmo anche, con estrema facilità, elencare il lungo elenco di precise responsabilità, omissioni, inefficienze di questa Amministrazione in ordine alla questione e lo faremo a tempo debito. Ora ci pare che non sia l’ora delle divisioni ma quello di porre tutti, con forza, un argine al rischio che si realizzi un’opera che non vogliamo. Dunque, noi sabato 26 p.v.  saremo alla manifestazione indetta dalle associazioni ambientaliste con questo spirito e non ci lasceremo distrarre da strumentali intemperanze. Inoltre, siamo certi che l’iniziativa non mancherà di rivolgere un pensiero   verso le minacce sempre più concrete di un conflitto armato dagli esiti imprevedibili e che anche dalla manifestazione di sabato giungerà un appello perché si affermi la ragione e la composizione per via diplomatica delle controversie”.

(Civonline)