Il senatore Francesco Aracri, di Forza Italia, ha presentato una interrogazione parlamentare sulla compravendita di alcuni terreni, da parte dell’Autorità Portuale guidata da Pasqualino Monti che tante polemiche ha già creato per il loro presunto costo esoso. Ecco l’interrogazione completa.
“Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.-
Premesso che a quanto risulta all’interrogante:
in data 29 aprile 2015, il Comune di Civitavecchia (Roma) ha ricevuto una nota dalla Direzione generale per la vigilanza sulle Autorità portuali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, avente ad oggetto “Autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta – atto di compravendita in data 21/2/2013 Rep. 56732 notaio dott. Paolo Becchetti – acquisto terreni in zona insediamenti produttivi – Falsi presupposti – Esorbitante valutazione dei beni – Truffa nei confronti dello Stato – Responsabilità per danno erariale – Esposto/Denuncia”, attraverso la quale si richiedevano al Comune di Civitavecchia informazioni sulle destinazioni urbanistiche di alcune aree, che erano state oggetto di una nebulosa compravendita a cura dell’Autorità portuale;
da un rapido controllo, si è potuto verificare come in data 21 febbraio 2013, a rogito del notaio Becchetti, l’Autorità portuale di Civitavecchia avesse acquistato, da alcuni privati, una serie di terreni (ossia le particelle catastali n. 1373, n. 11374, n. 1375, n. 1376, n. 1082, n. 1083, n. 1085, n. 1086, n. 1087, n. 1266, n. 1377, n. 1378, n. 1165) aventi prevalentemente destinazione urbanistica agricola (“seminativo”, come indicato nell’atto di acquisto) e, in parte residua, destinazione industriale (“insediamento produttivo”), ricadenti in località Monna Felicita a Civitavecchia;
da una sommaria verifica, sembrerebbe che una parte di questi terreni (metri quadri 65.269) ricadessero in zona industriale e fossero stati oggetto di un piano particolareggiato approvato con delibera del Consiglio comunale di Civitavecchia n. 24 del 18 febbraio 2003, decaduta per decorrenza dei termini di validità decennale già alla data di acquisto dei medesimi;
l’altra parte dei terreni (36.114 metri quadri) sarebbe stata interessata dalla variante al piano regolatore generale (PRG) “Nuova Zona per Insediamenti Produttivi”, adottata con delibera del Consiglio comunale n. 77 del 22 dicembre 2011, anch’essa decaduta il 12 dicembre 2014, per decorrenza dei termini di salvaguardia e tornati, a tutti gli effetti, terreni agricoli;
l’Autorità portuale avrebbe acquistato, quindi, una superficie di 11 ettari circa ad un prezzo pari a 13.860.095,45 euro, la cui valutazione media era pari a circa a 1,260 milioni di euro per ettaro;
si consideri come il prezzo pagato dall’Autorità portuale, da subito, appariva “esorbitante”, dato che i prezzi medi di mercato nel comprensorio di Civitavecchia per terreni agricoli, analoghi a quelli oggetto della compravendita, si valutano a circa un decimo di tale valore (0,10-0,12 milioni di euro per ettaro). Il prezzo pagato dall’Autorità portuale sarebbe risultato ugualmente “sproporzionato” anche se l’acquisto avesse riguardato terreni tutti con destinazione esclusivamente industriale che, a Civitavecchia, vengono valutati mediamente meno della metà (0,5 milioni per ettaro) del prezzo pagato dall’Autorità portuale;
in conclusione, riguardo alla compravendita è apparso, in prima analisi, piuttosto inspiegabile ed ingiustificabile sia il prezzo di acquisto sia l’acquisto stesso, che poco si conciliava con i fini istituzionali dell’Autorità portuale;
considerato che:
tutti i proprietari che hanno venduto i citati terreni all’Autorità portuale sarebbero, a vario titolo, collaboratori e contraenti della medesima Autorità. Si tratta, infatti, di amministratori di società fornitrici di servizi che si aggiudicano regolarmente appalti di grandi opere dall’Autorità portuale, sotto la guida dell’attuale presidenza e di professionisti che, a vario titolo, hanno assunto incarichi di assoluto rilievo nelle attività portuali, risultando quindi tra i più importanti collaboratori del presidente;
i collaboratori del presidente sarebbero, infatti, divenuti proprietari, tra il 19 dicembre 2011 ed il 2 febbraio 2012, di tutte le particelle catastali riportate, in seguito acquistate dall’Autorità portuale;
tali soggetti avrebbero acquistato i terreni a prezzi molto più prossimi ai reali valori di mercato come si può evincere dall’analisi degli atti del notaio Paolo Becchetti n. 55.983, raccolta 31.072 e del notaio Francesco Maria Sirolli Mendaro n. 34.139, raccolta n. 10.287, dalle quali emerge che il lotto (particelle n. 1373 e n. 1374) acquistato per 3.944.917,36 euro dall’Autorità portuale era stato precedentemente acquisito a 930.000 euro, mentre il lotto (particelle n. 1377 e n. 1378) acquistato dall’Autorità portuale per 2.092.635,79 euro era stato precedentemente acquisito per soli 480.000 euro;
da notizie in possesso dell’interrogante i citati terreni sarebbero stati acquistati per una iniziativa strettamente personale del presidente dell’Autorità portuale, senza che precedentemente fossero state effettuate verifiche da parte dei responsabili dell’ente, né in relazione al prezzo di acquisto, né tantomeno sulle reali potenzialità urbanistiche degli stessi;
dall’inizio del 2015, si sarebbe assistito poi ad uno stranissimo avvicinamento politico tra il presidente dell’Autorità portuale (esponente della maggioranza di Governo) ed il neo eletto sindaco di Civitavecchia, militante del Movimento 5 Stelle;
la “sinergia” tra i 2, seppur ribadita con insistenza, non ha di fatto generato nessuna iniziativa concreta tra i 2 enti;
addirittura il sindaco “5 stelle” di Civitavecchia, nell’ambito della terna dei nomi per il rinnovo del presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia, da proporre al Ministro dei trasporti, ha provveduto ad inserire il nome dell’attuale presidente, chiedendo al Ministro di appoggiare il percorso tracciato dal Governo. Tale atteggiamento è particolarmente singolare per un esponente del Movimento 5 Stelle, che probabilmente risulta essere l’unico esponente nel panorama nazionale a sostenere l’azione di Governo;
allo stesso modo, il sindaco, contravvenendo platealmente alla consuetudine della sua stessa amministrazione, ricevuta la nota del 29 aprile 2015 riguardo all’indagine per l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato per 14 milioni di euro, “ha dimenticato” di dare comunicazione all’agorà di cittadini che mensilmente viene informata in piazza a Civitavecchia dei fatti più significativi che interessano l’amministrazione comunale;
solo il 21 giugno successivo, il sindaco, incalzato dalla stampa locale, ha ammesso di aver interloquito, nei mesi precedenti, con gli ispettori del Ministero a riguardo della questione,
si chiede di sapere:
quali siano i riscontri delle verifiche svolte dal Ministro in indirizzo e se queste siano evolute in formali denunce e/o esposti all’autorità giudiziaria, compresa la procura presso la Corte dei conti;
se l’iter di acquisto dei terreni sia stato caratterizzato da un’improvvida valutazione del solo presidente, che non ha preventivamente acquisito nessun parere, perizia e/o relazione tecnica riguardo ai reali valori dei terreni e relativamente alle potenzialità urbanistiche degli stessi;
per quali ragioni l’Autorità portuale abbia lasciato acquistare i terreni in oggetto da suoi abituali fornitori per pagarli, qualche mese dopo, 4 volte in più il prezzo della prima compravendita;
se il Ministro abbia chiesto conto al presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia dell’intera vicenda e se, nel caso, non ritenga opportuno provvedere a un commissariamento dell’ente, al fine di agevolare le verifiche delle preposte autorità;
se abbia intenzione, visto l’imminente rinnovo delle cariche dell’Autorità portuale di Civitavecchia, di porre fine ad un sistema di consolidati interessi che sembrano risultare non funzionali rispetto agli scopi ed obiettivi della pubblica amministrazione nel suo complesso”.