Assassini seriali. Milena Quaglini (6^ parte)

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Ma, ad onor del vero, Milena, non sembra avesse sposato uomini così benestanti, bensì, di avere avuto la sola sfortuna, di avere sposato, o comunque avere avuto vicino, uomini, che approfittavano ed abusavano delle donne, tanto da far pensare, volendo collocare Milena in una delle categorie che ha motivato il suo agire, ad una sorta di missione, che come nel più volte citato film “Il giustiziere della notte”, l’ha trasformata da vittima a carnefice dei suoi carnefici, con l’intento, conscio o inconscio, di ripulire la società, o quanto meno, la vita che le ruotava intorno, da un determinato genere di uomini, che erano quelli violenti, aggressivi, stupratori e pedofili, e che comunque, hanno rovinato la sua esistenza.

Naturalmente, la mia analisi, fa riferimento alle effettive violenze e molestie che la donna ha sempre affermato di aver subito nella sua vita, le quali giustificherebbero in un certo qual modo il sopraggiungere di un forte stato depressivo, che l’ha poi condotta a ribellarsi, finanche alla trasformazione del suo carattere, che da vittima, la portata ad diventare un efferato uccisore dei suoi aguzzini. Ciò posto, nella  speranza che le indagini siano state espletate nel migliore dei modi e che siano effettivamente riuscite a provare i soprusi subiti dalla donna. Diversamente, non avendo elementi concreti a tal proposito, se la Quaglini avesse inventato tutto e fosse davvero andata alla  ricerca di uomini, per il solo gusto di ucciderli, staremmo a parlare di ben altra cosa, e cioè, di una vera e propria serial killer, una criminale che a mano a mano, ha affinato il suo modus operandi, inizialmente casuale e poi sempre più organizzato, celando indizi e depistando le indagini, agendo come i più spietati serial killer. Appartenendo in questo caso, al genere dominatori, ritenuto questo il tipo più comune tra i serial killer, il cui scopo principale è quello di esercitare potere sulle proprie vittime, compensando proprio quelli abusi subiti nell’infanzia e rafforzando in questo modo la propria stima in se stessa, ritrovando così  forza fisica e  mentale. In questa seconda ipotesi, non si può escludere, anche l’appartenenza al genere edonistico, che uccide con il solo scopo di trovare piacere, anche torturando le proprie vittime, come nel caso dell’uccisione del secondo marito, Mario Fogli, lasciato morire per incaprettamento.

Quanto a quest’ultima ipotesi, che ribalterebbe la posizione della donna e che potrebbe mettere in dubbio, anche le effettive cause della morte del primo marito, che sofferente di diabete, è stato dato morto a seguito del sopraggiungere di gravi complicanze dovute alla malattia. A tal proposito, non mi è dato conoscere se a seguito della confessione dei delitti commessi da Milena, gli organi inquirenti, abbiano mai pensato di effettuare dei rilievi sul cadavere di questo uomo, verificando al contempo, la sua cartella clinica e ciò che in essa, sia stato esattamente riportato dal personale medico, ciò, allo scopo di confermare o meno, le effettive cause della sua morte, che potrebbero condurre, ad un vero e proprio colpo di scena sulle motivazioni dell’agire di Milena Quaglini.

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