Assassini seriali. Milena Quaglini (4^ parte)

continua…

Pochi giorni prima dell’udienza per il suo processo, è il 16 ottobre 2001, all’una di notte, Milena viene trovata impiccata con un lenzuolo ridotto a strisce e con le quali, si è cinta il collo, appendendo l’altra estremità all’interno del suo armadietto metallico, sollevando le gambe, si è lasciata penzolare nel vuoto. Il suo cuore batte ancora, ma la corsa in ambulanza all’ospedale, serve a poco, Milena, muore.

In una lettera, che subito dopo viene ritrovata nella cella di detenzione ed in cui sembra esserci tutto il disagio, il male interiore sofferto dalla donna e la sua profonda depressione, Milena scrive poche toccanti parole, ai suoi figli dicendo: “Non ce la faccio più, perdonatemi, la mamma” .

Debbo dire, che lo studio delle vicende di questa donna, mi hanno lasciato molto perplesso. Mentre effettuavo le mie ricerche, non poteva non venirmi alla mente, il noto film “Il giustiziere della notte” – “Death Wish”, del 1974, interpretato da Charles Bronson e poi ripreso con un remake, del 2018, con l’interpretazione di Bruce Willis, nella parte di un tranquillo medico, che a seguito dell’uccisione della moglie ed il grave ferimento della figlia, da parte di tre balordi, che si erano introdotti nella sua abitazione, allo scopo di effettuare una rapina, si trasforma in uno spietato, quanto mai efferato killer, iniziando a giustiziare i criminali uno per uno, facendo così pulizia di balordi nella città.

Milena, sembra un caso analogo. Una donna, come tante altre simili, che però, a differenza di lei, non sono state in grado di reagire, che ha avuto la sfortuna di nascere in una famiglia difficile, subendo sin da bambina, violenze dal padre.

A cui segue un breve ma intenso periodo di spensieratezza, in cui si sposa con un uomo che la rende felice e con il quale ha il suo primo figlio, ma che purtroppo, a causa del sopraggiungere della sua grave malattia, ben presto, la lascia sola.

Una volta sola, Milena, come per incubo, il destino, sembra condannarla di nuovo, inizia in un modo o nell’altro, a ritrovare e rivivere, con gli uomini che incontra sulla sua strada, la stessa situazione, subita nella sua adolescenza: soprusi e prepotenze di ogni genere, violenze sessuali, psicologiche ed economiche.

Sinché, la donna vittima, prende coraggio e forza, forse anche sbagliando, come nel film “Il giustiziere della notte”, da brava, timida e remissiva ragazza, si trasforma in uno spietato killer, iniziando ad uccidere tutti quelli uomini che provano a farle del male.

continua…