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E’ il 3 luglio del 1994, quando un contadino, s’imbatte in un sacco di plastica, rinvenuto in un fosso vicino alla casa di Stevanin a Terrazzo, contenente i resti del cadavere di una donna sconosciuta, risultato poi essere quello di tale Blazenka Smoljo. Calano i sospetti su Giancarlo e la magistratura inquirente, invia dei mezzi meccanici per scavare in quel terreno alla ricerca di ulteriori cadaveri.

Il 12 novembre dello stesso anno, in un terreno di proprietà dello Stevanin, segue il ritrovamento di un altro sacco di plastica contenente ancora una volta i resti di una donna, che a seguito degli accertamenti eseguiti mediante il test del DNA, dimostrarono che il cadavere era quello di Biljana Pavlovic, prostituta, precedentemente sparita dalla ex Jugoslavia.

Seguirà, il 1 dicembre del 1995, il rinvenimento di un ulteriore cadavere, risultato essere quello di  Claudia Pulejo, una delle donne, di cui furono ritrovate scheda e foto, nel cascinale dello Stevanin.

La Pulejo, morta per soffocamento, era scomparsa il 15 gennaio del 1994, in quanto tossicodipendente, si prostituiva per comperarsi la droga ed era amica di Gianfranco

Durante gli interrogatori, Stevanin, dichiara prima una cosa e poi, subito dopo la  ritratta, dice di ricordare e poi subito dopo, dimentica, asserendo di avere dei vuoti di memoria.

Tuttavia all’uomo, vengono contestati anche altri due omicidi, quello di una prostituta austriaca, tale Roswita Adlassnig, scomparsa nel maggio del 1993 e quello di un’altra donna, che non fu mai identificata, ma delle quali Stevanin aveva foto e dettagli nel suo schedario. In particolare della seconda donna, una foto in cui era ripresa apparentemente priva di vita, nel compimento di un atto sessuale.

A seguito di ulteriori interrogatori e delle alternative e farneticanti dichiarazioni di Stevanin, nel luglio del 1996, confessò di essere stato l’autore dello smembramento di 4 cadaveri di donne, da lui uccise senza premeditazione a seguito di rapporti sessuali estremi, ed una di esse, riferendosi alla Pulejo, morta per overdose da eroina. Nella confessione affermò inoltre, che il cadavere della donna non identificata, sarebbe stato di una studentessa, incontrata solo due o tre volte e di cui non ne ricordava né il viso, né tanto meno il nome.

Due mesi dopo, il 24 settembre del 1996, nell’Adige, viene ritrovato un altro cadavere di donna, che a seguito dell’esame del DNA, viene identificato per quello di Blazenca Smolij, anche questo attribuito al serial killer in analisi.

In tutti i casi, i cadaveri delle donne rinvenuti, risultavano smembrati e mutilati.

Inizia il processo, che vede imputato Stevanin di molteplici gravissimi capi di accusa, il quale va avanti per decine di udienze e con la presenza di altrettanti testimoni, udienze in cui, il criminale,   rimane sempre apparentemente indifferente e molto calmo, anche innanzi ai familiari delle donne ammazzate, ai quali non ha mai chiesto scusa.

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