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Durante il viaggio ed esattamente nei pressi del casello autostradale di Vicenza Ovest, ove Stevanin si era obbligatoriamente dovuto fermare per corrispondere il pedaggio, Gabriel, ne approfitta e riesce a saltare giù dall’auto, scappando e chiedendo aiuto ad una vicina pattuglia di polizia, che interviene, ponendo in stato di fermo Stevanin, alla quale seguono la perquisizione dell’auto e del casale di terrazzo, ove emergono i primi indizi.
Santini, madonne, crocifissi ed un libro di anatomia, mescolati ad oggetti e materiali erotici e pornografici, quali: lingerie intime femminili, vestiti ed attrezzi sadomaso, fruste, frustini e cinghie in pellame nero, montagne di riviste, cassette video porno ed anche tanta corrispondenza intercorsa con altrettante donne. Il tutto tra una sorta di contrasto tra il sacro ed il profano.
V’è da dire in proposito, che la sua famiglia era molto religiosa e che quindi, tutte quelle immagini sacre, potevano avere un collegamento con gli insegnamenti ricevuti, quasi come una sorta di ribellione nei confronti della devozione avuta sino a quel momento.
Tuttavia, ciò che attirò maggiormente l’attenzione degli investigatori, fu il ritrovamento di ben settemila foto (ed allora non erano in digitale come oggi), e ad esse allegate, schede molto dettagliate di tutte le donne che aveva avuto modo di incontrare, nonché la scoperta di alcune scatole che contenevano peli pubici, che Stevanin ammise con innocente semplicità, di aver rasato ad alcune donne, trovando in questo particolare piacere, dichiarando: “Provavo piacere a vedere una ragazza adulta come una ragazzina, mi piaceva sentire la pelle liscia, senza peli”….”Tenevo i peli pubici e i capelli perché pensavo di farmi l’imbottitura di un piccolo cuscino, c’erano già i peli e mi sono detto: perché non mettere anche dei capelli?”.
A questo punto, gli inquirenti, si rendono conto che indubbiamente si trovavano innanzi quanto meno ad un maniaco, squilibrato e psicopatico e quindi, iniziano a controllare con più attenzione e meticolosità quelle schede rinvenute nel casolare, in particolare quelle relative a due ragazze, Biljana Pavlovic e Claudia Pulejo, le quali risultavano sparite nel nulla nel 1994, sospettando ulteriori e più gravi crimini, anche a seguito della presenza di alcuni oggetti all’interno della fattoria, ad esse riconducibili.
Nel frattempo Stevanin viene condannato a tre anni di carcere per i fatti commessi nei confronti della Musger: sequestro di persona, violenza sessuale e tentata estorsione. Giustificando il rinvenimento degli oggetti delle due donne, con il fatto che sarebbero stati dei pegni d’amore lasciati dalle stesse ragazze.
Gli omicidi di Stevanin, seppur non è possibile stabilirne un’esatta cronologia, si ritiene siano stati commessi presumibilmente, nel periodo compreso tra il Maggio del 1993 ed il mese di novembre 1994.

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