Assassini seriali. Gianfranco Stevanin (4^ parte)

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Probabilmente, la frustrazione ricevuta, unitamente al suo particolare stato mentale, nonché a quella propensione per il porno, lo portano a frequentare assiduamente prostitute, coinvolgendole in attività di sesso sfrenato ed stremo. Dopo averle convinte a farsi legare, imbavagliare ed incappucciare, le sottoponeva a rapporti sadomaso, mediante l’utilizzo di particolari oggetti per poi fotografarle, ma anche stringendo le sue mani attorno al loro collo, o chiudendo la testa delle sventurate in sacchetti di plastica, sino a strangolarle o al sopraggiungere del soffocamento per asfissia.
Come altri serial killer di questo genere, a tal proposito mi viene in mente Giancarlo Giudice, detto il Mostro di Torino, il quale anch’esso, viaggiando con il suo camion per le strade dell’hinterland torinese, raccoglieva ed uccideva prostitute trovate in strada, seppur mosso da pulsioni diverse, ma mostrando un unico filo conduttore: durante, immediatamente prima e/o subito dopo un rapporto sessuale. Anche Stevanin girava in lungo ed in largo con la sua auto le strade della sua zona e, facendosi passare per una persona importante, con facilità, caricava sulla sua auto le prostitute che incontrava, conducendole nelle sue proprietà ed in particolare, in un casolare isolato e disabitato.
Le vicende commesse dal criminale in esame, gli fecero guadagnare il soprannome de “Il mostro di Terrazzo”, o il Landru della Bassa, nel ricordo di Henri Dèsirè Landru, detto anche Barbablù, un altro uccisore seriale francese che ho già avuto modo di analizzare, vissuto a cavallo tra il 1800 ed il 1900, il quale spacciandosi per un vedevo economicamente agiato, con la sua eloquenza, attraeva e circuiva donne ricche e sole e con la promessa del matrimonio, faceva loro sottoscrivere una sorta di contratto, con il quale diveniva di fatto il possessore di tutti i loro beni, per poi ucciderle e bruciare i loro corpi nella stufa della sua casa di campagna vicino a Parigi.
I riflettori si accendono sul caso Stevanin, il 16 novembre del 1994, quando l’uomo, carica sulla sua auto una prostituta austriaca di nome Gabriel Musger, chiedendole di poterle scattare alcune foto.
La donna si fida delle parole di quello che le era apparso come un bravo e bel ragazzo, che ispirava sicurezza, accettando la proposta. Ma, nel casolare ove è stata condotta, Giancarlo, inizia a pigiare forte sull’acceleratore, mutando radicalmente i suo modi gentili, pretendendo molto di più delle sole foto porno. La donna è costretta a subire particolari giochi erotici, violenti ed estremi, ma alla richiesta di essere bendata e legata, si rifiuta energicamente. Ed è a questo punto, che Stevanin, va ancora oltre, irritandosi a seguito del rifiuto, estrae una pistola e minaccia la Musger, che in cambio della sua libertà, propone all’uomo ben 25 milioni di lire di riscatto, naturalmente, da andare a prelevare presso l’abitazione della stessa donna, ma non dopo che questa avesse subito un’ulteriore violenza sessuale.

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