Ogni critica merita attenzione soprattutto quando viene fatta con l’obiettivo di migliorare le cose. Questo  è il caso di quanto riportato oggi sulla pagina locale del Messaggero  in merito alla situazione del PS dell’ospedale San Paolo. Nell’articolo, in cui si riconosce la professionalità e l’impegno degli operatori che prestano servizio nel PS, vengono rilevate alcune presunte mancanze che meritano  risposta.
Va, prima di tutto, precisato che il giorno 18.12 i malati presenti in PS non erano  “spiaggiati “ ma  ognuno aveva la sua sistemazione in letto, barella o sedia a rotelle.
Quanto, poi, all’essere  “ insieme giovani e anziani, uomini e donne , pazienti psichiatrici e non “ bisogna ricordare che stiamo parlando di un Pronto Soccorso, luogo nel quale si cerca in ogni modo  di tutelare il mantenimento della privacy senza dimenticare  la priorità di garantire la dovuta assistenza.
L’osservazione poi, che un infermiere ( e non un paramedico come riferito nell’articolo )  avrebbe  potuto somministrare un antidolorofico alla paziente con lombalgia, non tiene conto che gli infermieri non possono somministrare farmaci senza una prescrizione medica che non può che essere fatta successivamente ad una visita medica.
Sempre riguardo ai “ racconti del Pronto Soccorso “, come definiti dal cronista, va sottolineato che  il giorno nel quale il paziente uscito dalla Chirurgia si è presentato in PS erano presenti  3 pazienti in codice rosso che hanno ovviamente la priorità di ingresso e 24 pazienti con  codice giallo ( come lui ). Nello stesso giorno , pur in condizioni di sovraffollamento, sono stati ricoverati ben 17 pazienti nei vari reparti.
Per quanto riguarda , infine,  la carenza di informazione ci permettiamo di dissentire in quanto l’azienda da sempre si è posta l’obiettivo di facilitare al massimo lo scambio di informazioni tra personale sanitario e parenti. A tal fine è stato istituito  un servizio di “ Front office “ al fine di  aggiornare i parenti sui percorsi diagnostici dei pazienti all’interno delle sale visita .
Non va dimenticato ,infine, il prezioso contributo che i volontari della CRI forniscono quotidianamente  collaborando con il personale sanitario nella soddisfazione dei bisogni primari  dei pazienti e mantenendo un collegamento tra familiari e pazienti.
Inoltre, sul piano organizzativo la Direzione è ben felice di accettare proposte e suggerimenti e informa che è stato adottato , peraltro, un piano per far fronte al sovraffollamento già operativo per tutto il periodo delle feste.

 

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