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Promossa, ieri pomeriggio, dalle associazioni ambientaliste una manifestazione nell’area di fronte all’ospedale San Paolo per chiedere all’Agraria, al Comune e alla Regione di mantenere la destinazione d’uso civico dell’intero sito. Nel corso dell’iniziativa, le associazioni, evidenziando la presenza nell’area dei resti di una villa romana, hanno chiesto che il luogo venga destinato a parco culturale archeologico aperto al pubblico. “Ancora una volta – sostengono i rappresentanti del Coordinamento Associazioni Ambientaliste – i cittadini e le associazioni ambientaliste sono costretti a difendere dall’assalto degli speculatori e del cemento l’area situata davanti all’ospedale San Paolo. Quel terreno è un bene pubblico destinato ad “usi civici collettivi”, come ribadisce la sentenza emessa nel 1990, e a verde pubblico, come prevede il piano regolatore della città. Oggi riaffermiamo i diritti di tutti rivendicando la destinazione pubblica dell’area e opponendoci all’istanza di legittimazione avanzata dalla società Unicoop. Oltre all’avvenuta presentazione in Regione, a cura del Forum Ambientalista, delle osservazioni in opposizione all’istanza di legittimazione, chiediamo agli enti competenti di opporsi congiuntamente agli atti di privatizzazione e di rendere effettiva la gestione pubblica e la fruizione a tutti dell’area nel rispetto dei vincoli di uso collettivo”. Tre, in particolare, le richieste avanzate dal Coordinamento e illustrate nel corso della manifestazione di questo pomeriggio. “Chiediamo – spiegano gli ambientalisti – che la Regione respinga l’istanza di legittimazione presentata e confermi i vincoli pubblici sull’area derivanti dagli usi civici collettivi e dai vincoli archeologici esistenti per la presenza di vestigia dell’antica villa imperiale romana “pulcherrima”. Chiediamo che l’amministrazione comunale, che finora non è riuscita nemmeno a presentare le osservazioni contrarie all’istanza dei privati, provveda a realizzare il parco pubblico secondo la destinazione a verde del piano regolatore generale, escludendo qualsiasi tipo di edificazione, come chiedono i cittadini e gli stessi residenti costretti a vivere in zona densamente cementificata. Chiediamo infine che l’associazione Agraria faccia rispettare con atti concreti la propria competenza alla gestione dell’uso civico sull’area, impedendo qualsiasi pretesa privatistica”.

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