Si è cercata la stabilità definitiva predisponendo un team di tutto rilievo per la stagione a venire. Avere poi una propria casa, con la concessione del Tamagnini avuta da parte del Campo dell’Oro che è stata il completamento di quanto si era già studiato, e che ha definitivamente permesso di accogliere i tanti ragazzi che vorranno far calcio liberamente. Un cambiamento che ha interessato tutti gli aspetti, dalla scuola calcio fino alla juniores, dallo staff ai dirigenti. Perché se da altre parti talvolta si è preferito annunciare, proclamare o si è predisposto il tutto per un guadagno qui lo scopo è differente, si condivide e non ci si appropria e soprattutto si cerca il meglio. Di stage ne facciamo anche noi cosi come ne abbiamo di ambizioni, ma la differenza è che da noi per principio si lavora e lo si fa a testa bassa, solo per i ragazzi. Soprattutto lo si fa nel rispetto delle regole emanate, che impongono di presentare i giocatori solo dopo il trenta giugno, evitando di mettere maglie addosso e quant’altro a giocatori ancora tesserati con le vecchie società.
La politica della CPC2005, che negli anni ha fatto lievitare numeri e consensi, è legata solo al fatto che ognuno è determinatamente uguale all’altro, indistintamente uguale, dagli istruttori ai giocatori stessi. Ad esempio i tornei, le competizioni o i semplici campionati sono la necessaria evoluzione di quanto si prova negli allenamenti, ma poi tutti hanno la loro chance nei momenti a seguire. Sia chiaro qui di squadre A,B e C non c’è neanche l’ombra, dal più piccolo al più grande ognuno ha la propria opportunità. Dove non arriva una stretta di mano giunge il buon senso, porte aperte a tutti sia in entrata che in uscita.
Tre giorni e presenteremo i nuovi organigrammi, a partire dal settore della scuola calcio “Manuele Blasi”, passando per le giovanili fin alla prima squadra. A fari spenti si sono allestite realtà forti, sia sotto il profilo dello staff che dirigenziali, sperando che possano in primis far divertire i ragazzi, e che poi, solo in seconda istanza, far raggiungere i risultati a nome della CPC2005 calcio.
Quello che conta, come del resto avviene da sempre, è che il ragazzo abbia con lo sport un veicolo per vivere la sua quotidianità al di fuori del terreno di gioco, sperando di allontanarlo cosi dalle tante lacune che la società moderna mette su un piatto d’argento.
Rimanere in silenzio è stata la priorità per lavorare in questo tempo nella completa tranquillità, ma ribadiamo che qui c’è ancora posto per chi non si sente un numero ma l’eccezione. Del resto qui basta una stretta di mano, dal 2005 del resto.

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