A FRASCATI IL PRIMO CENTRO DI RICERCA SULLA FUSIONE NUCLEARE

“E’ un momento di grande soddisfazione per tutti gli Atenei del Lazio che collaboreranno ad un grande unico e primo progetto che potrebbe creare occupazione per migliaia di persone”. Così il professor Alessandro Ruggieri presidente dei rettori del Lazio (CRUL) e rettore dell’Università della Tuscia ha commentato la decisione dell’ENEA di finanziare con 500 milioni di euro un progetto che lo ha visto in prima linea per sollecitare e promuovere, insieme con tutti gli altri rettori della nostra regione, questa importante iniziativa.
Vanno anche evidenziate la sensibilità e l’attenzione per l’iniziativa, e più in generale per la ricerca, dimostrate del presidente Zingaretti e del governo regionale. E’ la conferma della fattiva collaborazione tra sistema universitario e Governo regionale.
Sarà Frascati dunque a ospitare il primo Divertor Tokamak Test facility (DTT), il centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare. La città romana ha superato la concorrenza di altre otto regioni, tra cui Piemonte e Liguria che avevano proposto i siti di Casale Monferrato, Ferrania e La Spezia. L’avvio dei lavori della DTT è atteso entro il 30 novembre 2018, con la previsione di concluderli in sette anni; saranno coinvolte oltre 1500 persone di cui 500 direttamente e altre 1000 nell’indotto con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro, a fronte di un investimento di circa 500 milioni di euro. I finanziamenti sono sia pubblici che privati e vedono la partecipazione, fra gli altri, di Eurofusion, il consorzio europeo che gestisce le attività di ricerca sulla fusione (60 milioni di euro) per conto della Commissione europea, il MIUR (con 40 milioni), il MISE (40 milioni impegnati a partire dal 2019), la Repubblica Popolare Cinese con 30 milioni, la Regione Lazio (25 milioni), l’ENEA e i partner con 50 milioni cui si aggiunge un prestito BEI da 250 milioni di euro. La scelta del Consiglio di Amministrazione dell’Enea è arrivata sulla base dei requisiti tecnici, economici ed ambientali richiesti: il punteggio più elevato è stato assegnato dall’apposita Commissione di valutazione al sito romano. Come detto, c’è soddisfazione in tutti gli atenei laziali che hanno fortemente condiviso il progetto. Fu proprio il rettore Ruggieri a inviare al presidente della Regione Lazio Zingaretti una lettera, firmata da tutti i rettori degli atenei statali del Lazio, in cui si sosteneva il progetto.  “la realizzazione di questo dispositivo-diceva tra l’altro- avrebbe nesso a disposizione della comunità internazionale uno strumento essenziale per lo sviluppo di tecnologie innovative dedicate allo smaltimento degli elevati flussi termici presenti nei processi da fusione, superiori a quelli  sulla superficie solare, uno dei principali problemi aperti verso la realizzazione di DEMO, primo reattore finalizzato alla produzione di energia da fusione, previsto per il 2050, che per le sue caratteristiche di sicurezza, compatibilità ambientale e indefinita durata del combustibile, raccoglie i principali sforzi di ricerca applicata nel settore delle nuove energie per l’orizzonte temporale di medio periodo”.
La lettera è stata pienamente accolta dal presidente Zingaretti, che ha messo a disposizione importanti risorse e la forza politica della regione, che sempre più si sta
connotando come ‘Regione dell’innovazione e della ricerca’. Uno sforzo che è stato ora coronato da successo.