Dal presidente dell’Università Agraria di Allumiere, Antonio Pasquini riceviamo e pubblichiamo il testo delle osservazioni che lo stesso ente ha inviato alla Provincia di Roma in merito al tanto contestato Digestore. ” L’Università Agraria di Allumiere è un Ente pubblico non economico con personalità giuridica conferita con Legge 4 agosto 1894, n. 397. La gestione dei demani collettivi in comune di Allumiere è la funzione istituzionale precipua dell’Ente. Le proprietà collettive gestite derivano per la quasi totalità dallo scioglimento dell’ex Stato Pontificio in periodo post unitario. Il demanio collettivo di Allumiere ha un’entità di circa 6.500 ettari e rappresenta, per superficie, uno dei patrimoni civici più vasti sul territorio nazionale. Queste aree fungono esclusivamente per la fruizione dei diritti civici da parte degli utenti aventi diritto e sono classificati, in base all’importanza e all’economicità che ne deriva, in usi essenziali ed utili (uso di legnatico, di pascere il bestiame, di coltivazione di abbeveraggio ecc…. – art.4, legge 1766/1927).Deroga da questo vincolo civico solamente un eventuale uso per fini pubblici che comunque deve essere perseguito con un iter particolare e speciale e rilascio di autorizzazione finale da parte della Regione Lazio (combinato disposto degli artt. 12, 41, 10 rispettivamente della L. 1776/1927, . R,D. 332/1928 e L. R. n. 6/2005). Fatta la suddetta doverosa premessa in ordine all’inquadramento giuridico dell’Ente e le sue competenze, l’Università Agraria di Allumiere rappresenta le seguenti osservazioni alla Proposta di un impianto per il compostaggio da realizzare su terreno nel comune di Allumiere. 1. Contrario alle direttive europee e convenzioni internazionali 2. Contrario alle direttive nazionali e regionali 3. Contrario alle direttive e alle deliberazioni Comunali 4. Contrario all’opinione della Comunità locale di Allumiere e dalle Comunità del comprensorio 5. Aumento dell’inquinamento acustico ed ambientale nocivo alla salute 6. Effetti negativi sul Paesaggio e sui Beni Culturali ed ambientali 7. Effetti negativi sull’economia locale, turismo ed enogastronomia 8. Effetti negativi su area vasta 9. Effetti Cumulativi1. Contrario alle direttive europee e convenzioni internazionali Il Comune di Allumiere è situato in un’area prevalentemente collinare, al confine sud-est della provincia di Viterbo, conseguentemente ben distante dalle produzioni principali di rifiuti della Provincia di Roma, ovvero del Comune di Roma stesso. La scelta della localizzazione in questo territorio di un impianto di compostaggio di grandi dimensioni risulterebbe quindi contraria al Principio di Prossimità ed al Principio di Autosufficienza espressi nella Direttiva europea 2006/12/CE., richiedenti rispettivamente che i centri di trattamento dei rifiuti debbano essere localizzati in vicinanza delle fonti primarie di produzione, minimizzando i costi di trasporto stradale e favorendo la chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno del territorio stesso che li ha prodotti. Più in generale, tale localizzazione si troverebbe ad essere contraria al Principio di Precauzione in ambito di cautela da adottarsi all’interno di decisioni scientificamente rilevanti, espresso dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Earth Summit) di Rio de Janeiro del 1992, ribadito dall’Unione Europea, ratificando la Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro (626/93/CE), poi ripreso dalla Costituzione Europea art. III-233. 2. Contrario alle direttive nazionali e regionali Il Piano Regionale Smaltimento Rifiuti illustra la procedura di localizzazione degli impianti di smaltimento, distinguendo tre fasi: Fase 1: Definizione dei fattori escludenti. Si tratta normalmente di vincoli posti da normativa comunitaria, nazionale e regionale. Vanno considerati, inoltre, gli obiettivi di tutela fissati da strumenti pianificatori locali. Fase 2: Definizione dei fattori di attenzione progettuale. Vengono elencate quelle criticità cui porre attenzione in sede di progettazione al fine di individuare opportune misure di mitigazione o di orientare alternative tecnologiche. Fase 3: Definizione dei fattori preferenziali. Sono listate quelle caratteristiche territoriali che rendono idonee alcune aree o, perlomeno, più accettabili di altre. Per quanto di nostro interesse vengono illustrati, in maniera esemplificativa e non esaustiva, i seguenti fattori escludenti, di attenzione progettuale e preferenziali che rendono il territorio del Comune di Allumiere non idoneo ad ospitare impianti di trattamento di rifiuti. FATTORI ESCLUDENTI DI CARATTERE AMBIENTALE NORMATIVA – prossimità di Zone gravate da usi civici – Zone protezione speciale (ZPS) – Aree con interferenze visuali rispetto a percorsi di importanza storica e naturalistica. FATTORI DI ATTENZIONE PROGETTUALE NORMATIVA – Aree agricole di particolare pregio (vigneto DOC, colture biologiche)3. Contrario alle direttive e alle deliberazioni Comunali Già ampiamente rappresentate dalle amministrazioni locali.4. Contrario all’opinione della Comunità locale di Allumiere e dalle Comunità del comprensorio La stessa è stata evidenziata in molteplici assemblee nei comuni di Civitavecchia, Allumiere e Tolfa. 5. Innalzamento dell’inquinamento acustico ed ambientale nocivo alla salute Considerando la potenzialità prevista di almeno 40.000 tonn/anno e un carico medio per veicolo di circa 20 tonn, si avrebbero almeno 2.000 movimentazioni in entrata e 2.000 in uscita per anno, senza considerare veicoli di servizio e mantenimento dell’impianto. 6. Effetti negativi sul Paesaggio e sui Beni Culturali ed ambientali La specifica peculiarità di Allumiere dal punto di vista dei beni ambientali e culturali, è costituita da valori vulnerabili che hanno bisogno di essere nutriti e possono venire compromessi in modo irreversibile da errate politiche del territorio. La costruzione di qualsiasi impianto di dimensioni notevoli avrebbe un effetto negativo in termini di uso del suolo, di fruizione delle aree di pregio agricolo-ambientale e di impatto visuale sul paesaggio. Si evidenzia che è in fase di ultimazione il progetto Life+ finanziato dalla Comunità Europea per un importo complessivo di circa €. 4.000.000,00 che mira alla gestione dei pascoli, dei boschi e soprattutto per il mantenimento della biodiversità presente sui Monti della Tolfa. Inoltre è in fase di presentazione (giugno 2013) un secondo progetto, da inoltrare alla Comunità Europea, che mira a tutelare e consolidare il paesaggio, i beni culturali ed ambientali con l’obiettivo di proteggere e valorizzare i flussi migratori e stanziali ornitologici la cui vita potrebbe essere modificata e messa a repentaglio dalla realizzazione di un così ampio progetto che sicuramente potrebbe, inoltre, comprometterne il finanziamento Europeo. 7. Effetti negativi sull’economia locale, turismo ed enogastronomia Per il detto valore ambientale e paesaggistico, molti visitatori e residenti mostrano un interesse crescente, auspicabile per ogni cittadina, contribuendo all’economia locale in modi diversi (dal commercio alla ristorazione, dai servizi alla piccola edilizia) e, non ultimo, alla vita culturale. L’economia di ospitalità allumierasca vive delle seguenti categorie: – Cittadini italiani e stranieri che possiedono o affittano seconde case per medi e lunghi periodi. Tra questi diversi imprenditori e dirigenti, in aumento costante. – Ospitalità presso famiglie o B & B. Soggiorni per una o due settimane che spesso riportano ad una nuova visita. Tra questi si trovano spesso artisti, che poi diventano gli ambasciatori di questi luoghi. – Turismo per convegni culturali in concomitanza di inaugurazioni di mostre d’arte, promosse dal Museo, Pro.loco o da altre istituzioni. – Visite di uno o due giorni, soprattutto legate all’enogastronomia locale ed alla visita delle aziende agricole e zootecniche locali. C’è da osservare che grazie alle richieste del mercato esterno ed interno, in particolare per la ristorazione di qualità, negli anni passati hanno iniziato a svilupparsi sul territorio varie aziende di colture biologiche oltre a quella dell’Università Agraria. Tutta questa economia verrebbe indubbiamente compromessa dalla realizzazione di un impianto come quello proposto ed oggi in discussione. Il paese a breve sarà anche famoso per la produzione del Vino DOC biologico prodotto su terreni dell’Università Agraria unico vitigno prodotto professionalmente sui Monti della Tolfa. Tale vitigno trova la giusta dimora in questa area alle spalle di Civitavecchia tra Tarquinia e Cerveteri, zone della Regione Lazio ad alta vocazione vinicola, riconosciuta sia in Italia che all’estero, Negli ultimi dieci anni a seguito delle ricerche, degli investimenti e delle campagne promozionali, incentrate sulla caratterizzazione del prodotto come unicum con il suo territorio di origine, effettuati dalle aziende e dalle istituzioni, le produzioni biologiche locali e il suo territorio si sono affermati nei mercati nazionali ed internazionali. Innumerevoli i premi e riconoscimenti prestigiosi che i produttori di questa area hanno ricevuto e che fanno oggi di questo territorio una delle eccellenze della Regione Lazio e dell’intera Italia. 8. Effetti negativi su area vasta Il territorio del comune di Allumiere è contiguo al territorio del comune di Tolfa, con il quale condivide la specificità geografica e ambientale relativa all’origine, il valore ambientale della pregevolezza paesaggistica e la comune radice storico-artistica. Dal punto di vista socio-economico, questo territorio è accomunato per l’uso prevalentemente artigianale ed agricolo del suolo con le conseguenti produzioni biologiche di qualità ed il mantenimento della biodiversità, l’impostazione artigianale e turistica ed enogastronomica della economia locale. La realizzazione di impianto di compostaggio di 40.000 tonn/annue sul territorio di Allumiere, risulterebbe un onere ecologico sproporzionato per queste piccole comunità, che condividerebbero per il detto Principio di prossimità, gli aspetti negativi già citati nella analisi del territorio allumierasco. 9. Effetti Cumulativi Come già documentato dalla proposta di piano regionale della giunta Marrazzo e ribadito dalla proposta della giunta Polverini, la zona presenta già oggi numerosi impianti altamente inquinanti, basti pensare alla città di Civitavecchia con la centrale a carbone, il porto e lo stabilimento militare del Campo chimico. In questa ottica, sul piano della programmazione generale della politica dell’inquinamento, è chiaro che la localizzazione di tali impianti nelle zone della Provincia di Roma, lontane dal comune di Roma, è in atto da molto tempo. E’ noto come il complesso di questa impiantistica, assieme al forte insediamento industriale, è da ritenersi responsabile della situazione di criticità ambientale della zona. Molto noto è che gli studi epidemiologici incrociati con varie indagini sulla direzione prevalente dei venti ed altri parametri orogeografici, hanno portato ad individuare nell’area Civitavecchia- Allumiere-Tolfa, le maggiori concentrazioni di fallout di polveri ed altri inquinanti”.