Alle regionali c’è il disgiunto

La guida alle elezioni del prossimo 4 marzo.

Si può votare una lista e un candidato presidente diverso.
Crocevia di elezioni importanti, il 4 marzo. Con cambi che sono avvenuti sia a livello nazionale che regionale.
Partendo da Camera e Senato, col Rosatellum gli elettori si troveranno davanti a due schede, una per ogni ramo del Parlamento, uguali: ciascuna composta da due sezioni differenti. Ci sarà il nome del candidato uninominale del collegio di Civitavecchia e i
simboli dei partiti che compongono le coalizioni, o i singoli partiti, con a fianco i nomi dei candidati al plurinominale.
Le modalità per votare sono due, l’elettore può tracciare una croce sul nome del candidato all’uninominale oppure il simbolo di uno dei partiti. Non c’è voto disgiunto, quindi qualora l’elettore dovesse votare un candidato all’uninominale e una lista che non
l’appoggia il voto verrebbe considerato nullo. Nel caso in cui invece l’elettore esprima la sua preferenza nell’uninominale il suo
voto al candidato viene esteso automaticamente alla lista e, nel caso di coalizione, sarà distribuito tra le liste che lo sostengono
proporzionalmente ai risultati delle liste stesse in quella circoscrizione elettorale. Nel caso in cui l’elettore voti invece per un partito – in coalizione o da solo – il voto verrà automaticamente assegnato al candidato dell’uninominale.
Per le regionali le novità fissate dal consiglio regionale uscente sono la sparizione del “listino” e le quote rosa pure, con possibilità
di duplice preferenza nei confronti di candidati consiglieri di sesso diverso. Il voto si svolge in un unico turno con sistema a
predominanza proporzionale: l’80% dei seggi assegnati con il proporzionale, il 20% con il maggioritario. Rispetto alle ultime
regionali del 2013 scompare il listino del Presidente che portava all’elezione del 20% dei Consiglieri con il metodo maggioritario.
Questi consiglieri vengono assegnati alle liste circoscrizionali che sostengono il presidente vincente. È ammesso il voto disgiunto
tra il voto al candidato presidente e ad una lista di schieramento differente.