Per noi bersaglieri la “Breccia di Porta Pia”, nell’indimenticabile data del 20 settembre 1870, rappresenta l’abbattimento di ogni ostacolo che ci impedisca di andare avanti, di protenderci di slancio e generosamente verso qualsiasi conquista per il progresso della società umana. Credo che non ci sia famiglia in Italia dove un nonno, uno zio, un padre non abbia parlato ai nipoti ed ai figli dei bersaglieri. E allora io mi chiedo: Bersagliere, perché? E’ la stessa domanda che rivolgevano all’eroico Enrico Toti il quale, benché avesse una gamba sola, voleva a tutti i costi arruolarsi in un reparto di bersaglieri per dare il suo contributo, durante il Primo Conflitto Mondiale, all’unificazione d’Italia. La mia risposta? Se sei il cittadino-soldato più generoso, più forte nello spirito, più audace, più svelto, se hai un’anima bella in un corpo perfetto ( come commentava Nino Tramonti lo storico dei piumati) allora sei un “Bersagliere”. Abbiamo un mondo meraviglioso, fatto di avventure, di corse, di sacrifici, di glorie, di eroismi che ci fa sentire veramente diversi dagli altri e questo non vuol dire migliori. Poeti ci hanno cantato (D’Annunzio, Carducci, De Amicis, ecc.), artisti ci hanno dipinti (Fattori, Cenni, Cammarano, ecc.), scrittori hanno narrato di noi, il popolo ci ha amato e ci ama. Quando fummo “inventati” (18 giugno 1836) eravamo racchiusi nel profondo dell’anima umana e quando venimmo allo scoperto anticipammo di più di un secolo tutto quanto nel campo militare: così possiamo, a buon diritto, dire la nostra a noi stessi e a tutti gli altri. Il bersagliere è proiettato nel futuro ma con l’animo avvinto al passato che è poi quello del nostro popolo, alla nostra storia che è poi la storia d’Italia. Infatti da quando sono “nati” i bersaglieri sono stati sempre presenti in pace e in guerra con sacrificio di sangue là dove era richiesto il loro aiuto. Questa non è retorica, non è vana gloria, ma sono le alterne vicende del popolo italiano, di cui i bersaglieri sono l’espressione più genuina, che sono registrate attraverso la voce e gli scritti degli storici. Leggendo qua e là mi è capitato tra le mani un libro di poesie ed una mi ha colpito particolarmente e ve la propongo: Il titolo è Bersajerismo.
“Bersajerismo”! E’ ‘na parola nova difficile a spiegasse, ‘n fede mia: forse nel dizionario mo’ se trova, ma…quattro righi pe’ spiegallo e…via! Defatti: l’antro giorno, arfijo mio, che stava a facce un tema pe’ la scola, nun so’ stato capace manco io de da’ er significato a ‘sta parola. Perciò j’ho detto: Fijo, erdizionario portalo a scola e dajelloar Maestro; poi je proponi: dar vocabbolariolevamo tutto er brutto: Resta…er resto! che, sarvo ognuno, se po’ dì’ ch’è quello che c’è de bono, giusto, de valore; che c’è de santo, de bontà, de bello; che c’è de grande, nobile, de core…! Eccheteer tema – dije – Sor Maestro! er tema più completo e straordinario…;Bersajerismo” –si ce pensi – è questo: E’ tutto ermejodervocabbolario.

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