Adsp: anche il Partito democratico scarica Di Majo

Il direttivo dem chiede di voltare pagina nella gestione dell’Autorità di sistema portuale. Niente commissariamenti e subito il nuovo presidente. Da Civitavecchia il documento per chiedere discontinuità.

I quattro anni di gestione dell’Authority di Francesco Maria di Majo non hanno convinto neanche il Pd, partito di cui il presidente è di fatto espressione, essendo stato nominato dall’allora ministro Graziano Delrio.

Il direttivo Dem infatti, riunitosi giovedì sera per discutere del futuro dell’Adsp, ha scelto la strada della discontinuità. Altro che riconferma, come chiesto dal presidente Di Majo – il cui mandato scade il 24 novembre prossimo – in una lunga lettera aperta inviata a tutto il cluster portuale. Per il Pd è arrivato il momento di voltare pagina. E di farlo subito, senza attendere troppo. Senza che vi sia un periodo di commissariamento tra la scadenza del mandato e la nomina del nuovo presidente: serve agire subito per una operatività immediata necessaria per far rilanciare il porto e la sua economia, colpiti sì dall’emergenza Covid, ma alle prese con criticità che vanno avanti da anni e che si sono acuite.

Il direttivo del Pd ha quindi prodotto un documento da inviare ai vertici regionali e nazionali del partito, ai responsabili porti e ai deputati della commissione Trasporti, per arrivare poi sul tavolo del ministro Paola De Micheli e all’attenzione di tutto il cluster portuale che al momento, dopo essere stato vicino ad una presa di posizione netta e decisa, è tornato alla finestra.

Un documento, quello del Pd, che punta l’accento, come detto, sulla discontinuità in termini di metodo e di contenuto. Richiama alla necessità di avvalersi di una professionalità che conosca la portualità e la logistica e sappia quindi, con la competenza necessaria, dialogando e lavorando in sinergia con tutte le realtà interessate, avere una visione strategica dello sviluppo del porto in modo da programmare e garantire le risposte adeguate alle richieste del mercato, delle imprese, della logistica, dell’occupazione e della città. Perché non si deve dimenticare il rapporto tra città e porto, tra Comune e Autorità di sistema portuale; un rapporto che in questi anni non è riuscito a svilupparsi, tutt’altro, con le due entità rimaste distinte e separate pur in un momento di grande criticità come quello attuale. Oggi la crisi è evidente e, secondo i Dem, non può essere gestita come avvenuto finora. Serve una discontinuità che si trasformi subito in operatività, serve un cambio di passo, e che sia immediato.

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