Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una insegnante precaria e della sua incredibile vicenda. Scrive Loredana, docente precaria da 13 anni:

“A Natale puoi, ma se sei precaria, no!!!
La mia é una storia come tante altre ahimè! Precaria ormai da 13 anni, abilitata nel 2014 e vincitrice di concorso ordinario nel 2016, con cattedre messe a bando e clamorosamente sparite, dissolte tra mobilità ed esuberi vari. Mi ritrovo ancora qui, in seconda fascia d’istituto a supplire colleghi o ad accontentarmi di spezzoni orari su e giù per la provincia.
Va bene ho pensato – “aspettiamo ancora! Quest’anno: supplenza breve fino al 28 febbraio 2018, mi sono detta: Bene, meglio di niente! Almeno riesco a mandare avanti la mia famiglia dove io, madre separata, sono l’unica ad apportare il contributo e a partecipare alle spese per i miei figli, uno universitario e l’altro ancora in età scolastica. La supplenza viene pagata il mese successivo. Arriva il 23 dicembre, il 27 dicembre, il 4 gennaio e dello stipendio di novembre, nemmeno l’ombra!
Con la mia rappresentante sindacale ci rechiamo alla Ragioneria di Stato della provincia di appartenenza dove, nonostante abbiano i terminali scollegati dal sistema fino al 9 gennaio, ci riferiscono che il mio stipendio non è stato liquidato poiché il Ministero ha esaurito i fondi. Restiamo basite!
Allora io vorrei approfittare di questo spazio per ringraziare lo Stato italiano e il Ministero che dovrebbero tutelare i diritti dei lavoratori. Vorrei ringraziarli per aver fatto passare a me e ai miei figli uno splendido Natale di ristrettezze e rinunce, festeggiandolo con un minimo di dignità solo grazie all’aiuto di mio padre, pensionato con la minima. Grazie davvero, a Natale non puoi!!!”.

Loredana, docente precaria da 13 anni.

 

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