A cosa serve la sofferenza – A cura del dott. Alessandro Spampinato

Tutti conosciamo il dolore e la sofferenza. Distinguiamo ora queste due esperienze. Il dolore riguarda il corpo, quando ci feriamo, ustioniamo o ci fratturiamo qualche osso proviamo dolore. Quando invece veniamo offesi, delusi, traditi, derubati di qualcosa, abbandonati da qualcuno o non capiti allora soffriamo. La sofferenza è il dolore dell’anima, è l’esperienza della coscienza quando viene colpita o impressionata in negativo da un evento o da qualcuno. Possiamo a questo punto interrogarci su questo meccanismo del dolore per comprendere la vita come funziona. In clinica esistono patologie neurologiche molto gravi che privano l’individuo dell’esperienza del dolore. L’effetto di questo tipo di patologie è assolutamente devastante in quanto, non provando dolore, le persone non si accorgono di essersi fatte male e possono arrivare anche a ferirsi gravemente. Possiamo così ragionevolmente capire che il dolore, in natura, serve a proteggere il corpo dal danneggiarsi poiché segnala e allerta l’attenzione e la coscienza riguardo il pericolo o ci dice semplicemente che qualcosa non va. Il dolore è funzionale alla salute e al suo mantenimento e ci muove alla protezione fisica. Parimenti la sofferenza svolge la stessa funzione per la psiche. Quando soffriamo ci allertiamo e ci attiviamo nel tentativo di risolvere subito il problema che ci sta affliggendo per ripristinare la quiete, per cercare di rimettere le cose a posto. La sofferenza è un potentissimo motivatore nello spingerci a trovare soluzioni ai nostri problemi esistenziali. L’essere consapevoli di questi meccanismi naturali che abitano in noi e regolano la nostra struttura in questo mondo è fondamentale per restare lucidi e in ascolto di noi stessi sia fisicamente che psichicamente al fine di dare la giusta e naturale risposta al dolore e alla sofferenza che proviamo. Quando, invece, non ci ascoltiamo e non cerchiamo di capire ma ci lasciamo vivere o viviamo in automatico, cioè senza consapevolezza, può succedere che di fronte all’esperienza del dolore o della sofferenza ci spaventiamo o andiamo nel panico generando risposte inadeguate o parossistiche. Ci sono persone che hanno paura di soffrire e di conseguenza evitano di esporsi, di rischiare o di andarsi a prendere ciò di cui hanno bisogno limitando così la loro vita. La sofferenza, se capita, ci segnala come aggiustare il tiro o cambiare a seconda delle situazioni mentre viviamo e realizziamo la nostra vita. La paura di soffrire, invece, ci sottrae la possibilità di viverla la nostra vita. Per questo è importante insegnare ai bambini e alle persone in generale ad ascoltare i propri segnali fisici e psichici e di comprenderli perché sono gli strumenti che la natura ci ha dato per proseguire nella vita proteggendoci dai pericoli e dai rischi. Chi teme il dolore e la sofferenza e si chiude o si limita non si ascolta bene e non comprende cosa gli sta accadendo. Il lavoro è sempre sulla consapevolezza, sul riconoscimento di ciò che ci accade e sul trovare la risposta giusta per noi lungo il cammino della nostra esistenza che è giusto che sia fondato sulla ricerca, sull’esperienza e sulla realizzazione. Tutto in natura ha un senso e una funzione, tutto è intelligente e si muove verso la preservazione della vita. Si impara facendo e ci si realizza vivendo attivamente il nostro tempo. Siamo ben attrezzati sin dalla nascita per fare la nostra esperienza esistenziale e realizzarci.