“Tra le molteplici iniziative per la pace che le donne, nella storia, hanno assunto, in prima persona, torna alla mente la grande manifestazione di San Pietroburgo del 1917, nella quale le donne si distinsero quali protagoniste nel reclamare la fine della guerra, pane per i propri figli e il ritorno degli uomini dal fronte. Nella più stretta attualità anche il coraggio delle donne afghane e di tanti paesi africani e asiatici. Da allora non si è spenta la determinazione in direzione della costruzione di un mondo di pace. Non vi riusciranno neppure le tremende immagini di morte che giungono dall’Ucraina. La composizione delle contese tra paesi non possono risolversi con l’uso delle armi. Il mondo si trova, come non mai, sull’orlo dell’abisso. Si è persino ventilata la terribile ipotesi di attivare l’arsenale nucleare; un incubo che ha perseguitato le generazioni posteriori al secondo conflitto mondiale. Le donne, per loro natura, non possono che essere ambasciatrici di pace e vogliono svolgere questo loro ruolo alzando la voce al disopra del rombo degli aerei, delle esplosioni e delle urla di terrore dei civili in fuga dai bombardamenti e dalla morte. Vogliamo scegliere da che parte stare. Siamo dalla parte dei popoli. Siamo dalla parte dei milioni di profughi ucraini, costretti a lasciare le proprie case e gli affetti più cari per andare verso l’incertezza e verso un futuro ignoto. Siamo dalla parte del popolo russo che sotto lo stivale di una dittatura guarda incredulo ad una guerra che certo non voleva e che è costretto a subire. Siamo dalla parte di tutti i popoli del mondo che guardano a questo conflitto con crescente preoccupazione per i destini dell’umanità. Anche se evidentemente è la guerra al centro della nostra attenzione non perderemo l’occasione anche in questa circostanza per richiamare tutti ad una condizione femminile che deve fare i conti quotidianamente con la violenza e la discriminazione. Nel 2021 cento donne uccise accanto ad un numero incalcolabile di soprusi per ragioni che hanno a che vedere con il genere. Gli abusi sul terreno economico sono così diffusi da perderne il conto; tassi di disoccupazione più alti e un divario salariale, a parità di prestazione, imbarazzante e insopportabile. Vogliamo, anche per tutte queste ragioni, invitare a vivere l’8 marzo come una giornata di memoria, di impegno, di riflessione e di lotta”.

la Segreteria del PD anche a nome delle donne della Direzione del Circolo di Civitavecchia

Rita Stella, Marcella Deiana, Bruna Berneschi, Attilia Stefanini

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