“Dopo venti mesi il consigliere Massimiliano Grasso ci ha abituati alle sue grida d’allarme.
Ha iniziato con il ricorso al TAR sul risultato delle elezioni amministrative, sbandierando ottimismo ai quattro venti e perdendolo clamorosamente con sentenza definitiva del Consiglio di Stato. In seguito ha parlato di emergenza rifiuti a Civitavecchia, ma la situazione è rimasta più che stabile. Infine ha parlato di “accordo segreto” con Enel, quando solo poche settimane prima sul suo stesso giornale era pubblicato il comunicato col quale l’amministrazione annunciava la ripresa delle trattative. Massimiliano Grasso si comporta come il bambino che ogni giorno gridava “Al lupo, al lupo” e alla fine non gli credeva più nessuno. Anche questa volta, nell’occasione della delibera per l’appostamento dei soldi ENEL per il piano di concordato, il consigliere e giornalista Grasso definendola “aria fritta” ha preso più di un abbaglio.

Intanto la delibera ha una sua ragione d’essere ben precisa, perché serve a definire la certezza di parte delle fonti economiche che finanzieranno il piano di concordato davanti agli organi competenti che lo dovranno approvare. Si tratta quindi di una questione più tecnica che politica.

La questione del decreto Madia è ancora più semplice. A parte il profilo d’incostituzionalità della legge Madia, c’è da parte del consigliere un’errata interpretazione della legge:

Quando si dice che in base alla legge Madia non si possono creare nuove società partecipate, bisogna anche tenere conto di quante società (quattro) saranno soppresse (ARGO, Ippocrate, Civitavecchia Infrastrutture e Città Pulita) e travasate in una sola società.

Aldilà delle esternazioni del consigliere, ci tengo a ribadire che stiamo amministrando un comune sull’orlo del dissesto, questo a causa dei nuovi debiti fuori bilancio trovati (BEG e lavori sullo stadio del nuoto), l’aumento dei costi degli SWAP, il fondo per i crediti di dubbia esigibilità previsto dalle nuove regole contabili. Data la situazione precaria del comune, lo sforzo per salvare le sue società partecipate è enorme e la soluzione poggia su un delicato intreccio tra tempi, costi e diritto amministrativo. Per questa ragione il percorso intrapreso è così complicato e rischioso da non permettere a nessuno di cantare vittoria finché tutti i passi necessari al salvataggio dei servizi pubblici e dei posti di lavoro saranno completati”.

Lo ha comunicato Emanuele la rosa, Consigliere comunale m5s.

 

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