Tante le novità quest’anno in casa Vbc Viterbo. Una su tutte: l’arrivo in prima squadra di Francesca Moretti, schiacciatrice di 178 cm di altezza, lo scorso anno in forza alla Volalto Caserta in A2.

Classe 85, Francesca ha compiuto i suoi primi passi nelle giovanili del Tuscania, suo paese natale. Nel 2000, giovanissima, arriva a Civita Castellana in serie C, da dove, due anni più tardi passa a Narni in B2. Poi è un continuo crescendo (Rieti B1, Tortolì B) fino all’esordio nel 2008 in A2 con l’Accademia Volley Benevento. Un campionato da protagonista, tanto che l’anno successivo viene chiamata in A1 nelle fila della Florens Castellana Grotte dove rimane per due stagioni. Nel 2011 è a San Severino (A2) per poi passare a Soverato, Pavia, due anni a Palmi, ed infine Caserta.

Figlia d’arte, la mamma Anna Maria ha militato in serie A mentre il papà Ferruccio è stato un talentuoso calciatore in serie C, Francesca è laureata in Psicologia e di recente ha aperto un proprio studio a Tuscania.

Come è arrivata la decisione di indossare il prossimo anno la maglia della Vbc? Sicuramente anche dal fatto che vorrai dedicare sempre più tempo alla tua professione di psicologa.

“E’ stata una decisione un po’ inaspettata. Sono rientrata nella mia zona, Tuscania, dopo tantissimi anni trascorsi fuori, perché appunto ho deciso di dedicare un po’ più di tempo alla mia professione, a quello che sarà il mio futuro. la pallavolo è stata ovviamente per me una parte importantissima e fino a adesso mi ha sempre accompagnato e quindi nel momento in cui è arrivata la proposta della Vbc sono stata da subito tentata di accettare e di sposare il progetto che mi è sembrato da subito interessante, ambizioso, nuovo e ricco di spunti, non soltanto da un punto di vista sportivo ma anche professionale”.

Hai avuto modo di conoscere le tue future compagne? Alcune di loro sono minorenni e solo la passata stagione hanno esordito in serie C. Per loro, ma anche e soprattutto per le ragazze delle varie formazioni Vbc, sarai sicuramente un punto di riferimento.

“Non ho ancora conosciuto nessuna, diciamo che siamo in fase di scoperta, dal primo momento che ho incontrato la società e parte dello staff ho scoperto cose nuove. Il fatto di essere arrivata a questa età con una esperienza alle spalle, un bagaglio importante ed essere un punto di riferimento per le ragazze che giocheranno con me è sicuramente un motivo di orgoglio. Ma sono sicura che anche loro saranno un grandissimo stimolo per me, sono un’eterna adolescente in cerca di cose nuove”.

Il tuo arrivo a Viterbo, insieme alla crescita delle ragazze più giovani, cambierà di certo gli equilibri del campionato. Pensi sia lecito sperare in qualcosa di più della semplice salvezza?

“Questo credo sia l’obiettivo di ogni stagione, sperare in una salvezza penso non sia il traguardo di un giocatore, il pensiero di un giocatore è quello di vincere il campionato, di raggiungere degli obiettivi importanti e dare sempre il massimo per superare i propri limiti e le proprie possibilità. Non lo dico troppo forte perché poi ogni stagione è fatta di tante variabili, ma sicuramente scombineremo un po’ gli equilibri e tireremo fuori un bel campionato divertente”.

Una curiosità, scorrendo la tua carriera ho notato che prediligi la maglia numero 18. C’è un motivo particolare?

“In realtà sì. Ho sempre avuto numeri che mi appassionavano come il 9 e il 10, che però era sempre un po’ difficili reperirli perché io ero sempre la più giovane della squadra e quindi non riuscivo mai ad ottenerli, era una lotta continua. E quindi mi sono chiesta: ‘Qual è l’ultimo numero che posso scegliere?’. Il 18. Un bel numero, un numero tondo, 8 + 1 fa nome, insomma tutta la mia cabala. E poi ero sempre l’ultima ad entrare in campo e la cosa mi piaceva. Allo starting six ero sempre l’ultima chiamata. Una cosa che mi è piaciuta, mi ha accompagnato e mi accompagnerà ancora”.

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